Nonostante le gravi carenze di personale del dipartimento internistico, l’Azienda ospedaliera ha deciso di aumentare il numero di posti letto ma non di personale sanitario
“Abbiamo chiesto più infermieri e sono arrivati più posti letto”. Gli ultimi giorni del 2017 nel mondo della Sanità alessandrina saranno ricordati per l’aumento del numero di pazienti nei raparti di medicina d’urgenza, medicina prima, pneumologia, neurologia/nefrologia e medicina geriatrica/cure intermedie, il tutto nonostante le continue denunce di Nursind (sindacato delle professioni infermieristiche) che da anni contesta le gravi carenze di personale del dipartimento internistico.
“L’Azienda forse non ha recepito attentamente le nostre sollecitazioni – affermano i rappresentanti sindacali di Nursind Alessandria – probabilmente non è bene a conoscenza delle condizioni in cui riversano queste strutture, oppure ha invertito l’ordine delle nostre richieste; abbiamo chiesto più personale per i troppi pazienti…e sono arrivati più pazienti per lo stesso personale”.
La causa sarà pur nobile, per smaltire accessi al pronto soccorso o per poter richiedere più personale in Regione strutturando i letti definitivamente, ma abbiamo già ricevuto diverse segnalazioni di pazienti in barella nelle camere di degenza, pazienti senza l’ausilio del campanello, o ancora sistemati in stanze senza erogatore dell’ossigeno e aspiratore.
Troppo spesso si risolvono problemi chiedendo ulteriori sacrifici al personale infermieristico ed oss, già parecchio affaticato, demotivato, sotto organico e in grave difficoltà.
Come dimostrato da diversi studi certificati, tra cui l’RN4cast condotto in 12 paesi Europei e in 4 Stati degli USA, il rapporto infermiere/degente dovrebbe essere 1/6 con paziente a bassa intensità di cure, 1/4 da sub-intensiva e 1/2 da terapia intensiva. Queste ricerche certificano che il superamento di queste soglie coincide con l’aumento della percentuale di morte degli assistiti.
Proprio per questo, cogliamo l’occasione per ricordare le gravi carenze di personale dell’oncologia, 18 posti letto, dove con la maggior parte dei pazienti critici, di pomeriggio e di notte è presente un solo infermiere, ma da monitorare sono anche gli organici al limite di cardiochirurgia t.i, cardiochirurgia degenza/toracica, cardiologia, unità coronarica, ematologia, chirurgia, p.s.civile e pediatrico, rianimazione (a dicembre ferie bloccate) e “Borsalino cardiorespiro”.
Per colpa delle carenze di organico, il personale sanitario di (quasi) tutti i reparti sanitari non ha potuto adempiere in toto all’accordo “smaltimento ferie” firmato nel dicembre 2015, presentato in sede di contrattazione come una tutela per i lavoratori (sic) e come risolutivo di tutti i problemi.
Tutto questo si aggiunge al problema dei tantissimi professionisti che cercano in ogni modo di avvicinarsi a casa o comunque di andare via, con i relativi vuoti organizzativi, viste le peggiori condizioni economiche e viste soprattutto le pessime condizioni di lavoro che offre l’Azienda alessandrina.
Per l’aumento dei carichi di lavoro denunciati, sarà inviata qualche unità infermieristica ed oss aggiuntiva, ma che non sarà assolutamente sufficiente, nemmeno in minima parte, a sopperire le carenze createsi nel corso degli anni.
Queste condizioni di rischio per i degenti e per i dipendenti sottopongono a dura prova il tentativo di erogare un servizio sanitario d’eccellenza. Per tali ragioni, fino a quando gli organici non saranno sufficienti per fornire un’assistenza di qualità e in sicurezza (secondo gli standard riconosciuti), Nursind Alessandria attiverà qualsiasi forma di lotta al fine di tutelare i diritti dell’utenza e dei dipendenti della Sanità.
Ufficio Stampa Nursind Alessandria
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