Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del MELS (Movimento Esiliati Lazio Sanità), un gruppo di professionisti sanitari costretti a lavorare fuori Regione a causa del piano di rientro e del blocco del Turn Over.
Un gruppo di professionisti sanitari che, a quanto si legge sulla loro pagina FB, lotta per:
- L’attuazione di procedure di MOBILITA’ NAZIONALI per TUTTI I PROFILI PROFESSIONALI prima di qualsiasi altra forma di reclutamento del personale come stabilito dall’ art. 30 D. Lgs 165/2001;
- Rivedere la nota circolare n° 322735/GR/n/23 del 05/06/2014 secondo cui le assegnazioni temporanee rappresentino un aggravio di spesa
- Abolire la frase “previo assenso dell’amministrazione di appartenenza” presente nel suddetto Decreto Legislativo che, qualora uscisse un bando di mobilità e l’amministrazione non dia l’assenso, renderà il dipendente prigioniero, in tempi in cui i bandi di mobilità nazionali sono estremamente rari, nella Regione Lazio.
Egregio Direttore,
faccio parte di un folto gruppo di sanitari con le professionalità più disparate ma che hanno lo stesso problema. Facciamo questo lavoro da anni con impegno e con passione, spesso in condizioni disagevoli e con carenza di personale. Molti di noi hanno dovuto fare la scelta di andare a lavorare fuori regione, a costo di sacrifici enormi e adesso non ci vediamo per niente ricompensati di questo sacrificio.
Il problema delle mobilità extraregionali è molto sentito in tutte le regioni ed in tutta la PA ma nel Lazio visto il caos precari diciamo che questo aspetto è particolarmente grave. Il fenomeno è stato acuito dalla tendenza ad aggirare i blocchi delle assunzioni, imposti dalle ultime Leggi finanziarie, ma la ragione fondamentale è l’elusione della regola del pubblico concorso.
Noi siamo TUTTI di ruolo (VINCITORI DI REGOLARI CONCORSI) fuori regione, in quanto i concorsi non si fanno da decenni per via del “blocco del turnover” ma il blocco a quanto pare c’è stato solo per i MERITEVOLI perché quelli che non hanno nessun requisito invece sono sul libro paga della regione da anni quindi i soldi c’erano.
Anzi i soldi erano talmente tanti che hanno pagato più gente del dovuto ed adesso non sanno come risolvere il problema. L’escamotage arriva dal governo: LE PROCEDURE RISERVATE AL PERSONALE PRECARIO, a cui i VINCITORI DI CONCORSI PUBBLICI NAZIONALI non possono partecipare!!!!!
Quindi impedito in ogni modo possibile il ricongiungersi ai propri affetti per quelli che da anni si spaccano la schiena a costi personali ed economici immensi.
La realtà è che queste norme sono in palese violazione dei principi di UGUAGLIANZA, IMPARZIALITA’ e buon andamento della Costituzione e sono secondo noi un perfetto esempio di manipolazione della legge a favore degli interessi di un gruppo ristretto di persone.
La Costituzione dice che agli impieghi con le pubbliche amministrazioni si accede per concorso. Soprattutto recepisce il principio del merito, afferma il principio del buon andamento dell’amministrazione, che deve prevalere sugli interessi dei dipendenti, e pone principi sui doveri e sulla responsabilità dei dipendenti stessi.
Faccio parte di un gruppo di sanitari comparto sanità, infermieri tecnici di laboratorio e di radiologia. Gruppo FB di circa 200 persone che stanno lottando anche attraverso un ricorso contro la regione per lo sblocco della mobilità extraregionale.
In seguito alla Legge Regionale Legge Regionale 2 maggio 2017, n. 4 , approvata, proposta dal consigliere Giuseppe Simeone (Forza Italia) e dal consigliere Enrico Forte (Pd) sono ammessi alle procedure selettive anche persone che non hanno i requisiti della normativa nazionale (DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 6 marzo 2015), in quanto questa norma permette l’accesso a queste procedure selettive a chiunque abbia avuto un ruolo nel SSR , senza avere superato selezioni di nessun tipo. Secondo la norma infatti “a chiunque sia impiegato in forme riconducibili a processi di esternalizzazione nell’assistenza diretta o indiretta ai pazienti nelle aziende e negli enti del servizio sanitario regionale, sarà riconosciuto, nelle procedure concorsuali, un punteggio nell’ambito del curriculum formativo e professionale in relazione agli anni di lavoro svolto”.
In generale nonostante sia stato ampiamente ribadito dalla giurisprudenza che lo strumento della mobilità sia la misura più efficiente ed efficace per il contenimento della spesa pubblica, questo governo ha varato delle norme che DI FATTO impediscono ogni forma di mobilità. In seguito alla legge 114/2014 comma 1 dell’art.4 infatti, la mobilità è legata a un bando ed è data facoltà alle aziende di negare il rilascio del nulla osta. Non è possibile la mobilità volontaria che sarebbe a costo ZERO per le aziende. Attualmente nel Paese i sanitari hanno enormi difficoltà anche negli interscambi alla pari con colleghi anche se con questa procedura non vi sono variazioni di spesa a carico del SSN. Insomma zero possibilità.
Abbiamo intrapreso una azione legale contro la Regione Lazio che non ha dato corso, né definito la mobilità extra regionale ai sensi dell’art. 30 comma 2bis Dlgs. 165/2001, e con priorità rispetto al reclutamento di personale mediante nuove assunzioni, anche in relazione alla recenti sentenze della Cassazione (Civile Sent. Sez. L. num. 12559 Anno 2017).
Siamo in attesa dell’esito di questa udienza di merito – che sarà pubblica – che è già stata fissata per il giorno 3 ottobre 2017 presso la sede del TAR Roma.
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