
Roma, 24 marzo – “È il momento di inquadrare per legge, una volta per tutte, all’interno del Ccnl del comparto sanità il personale sanitario non dirigenziale che lavora nei policlinici universitari, così da porre fine a inutili contese con i sindacati dell’Istruzione e ricerca. È un nodo che va sciolto, ma non per mere questioni di rappresentanza, bensì in nome dell’attività che svolgono i professionisti. Un’attività che è a tutti gli effetti di assistenza e non di ricerca”. È questa la proposta che il Nursind ha avanzato oggi nel corso dell’audizione sul decreto PA alla Camera davanti ai membri delle commissioni Lavoro e Affari costituzionali.
Il sindacato, rappresentato da Stefano Barone, membro della direzione nazionale Nursind, ha poi sollevato un’altra questione e cioè il rischio di un livellamento verso il basso della professione infermieristica, nonostante l’ultimo contratto approvato abbia previsto un’area ad hoc riservata all’alta qualificazione: “Valorizzare gli infermieri è l’unica strada che abbiamo per arginare la fuga di professionisti all’estero, l’abbandono del nostro lavoro per intraprendere altre strade e la sua bassissima attrattività per i giovani – ha premesso Barone -. Ecco perché, per il triennio 2026-2028, chiediamo una deroga temporanea al concorso per il passaggio dall’area dei professionisti sanitari e dei funzionari a quella, appunto, dell’elevata qualificazione. Promuovere sul campo le risorse interne meritevoli, infatti, consentirebbe di dare sostanza al nuovo inquadramento e di risparmiare le risorse che servirebbero a bandire concorsi e reclutare personale esterno”, ha concluso.
Ufficio stampa Nursind
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