Come se non bastasse lo scenario assolutamente negativo derivante ai fini economici dall’accordo del 30 novembre 2016 tra Governo e CGIL, CISL, UIL CONFSAL che come ormai tutti sanno ha previsto un “incremento economico” del tutto insoddisfacente non solo a recuperare gli anni di blocco contrattuale, ma anche il triennio 2016/2018 (pochi spiccioli che se va bene, decorreranno solo dal 2018), l’Aran nella riunione del 6 dicembre 2017 ha presentato una bozza di articolato di Contratto che definire irricevibile è poco.
Una mera riscrittura, molto spesso addirittura limitativa e peggiore delle stesse norme che in questi anni i diversi governi che si sono succeduti hanno voluto per penalizzare i lavoratori pubblici e metterli alla gogna come se fossero uno dei peggiori mali di questo Paese.
Norme che come sappiamo hanno inasprito le sanzioni disciplinari, limitato il diritto alla salute ed alle cure mediche, alla formazione, allo studio, alla partecipazione, alla carriera ed al riconoscimento delle professionalità.
E così l’Aran pensa di ottenere tutto questo addirittura con il consenso esplicito del sindacato che dovrebbe recepirne gli inaccettabili contenuti all’interno del Contratto nazionale di lavoro (e temiamo che su questo abbia, purtroppo, già ottenuto un sostanziale avallo).
Inoltre nessun accenno viene fatto sulle questioni relative all’ordinamento professionale ed alle carriere che non verrebbero in alcun modo inserite nel CCNL, mentre invece è in arrivo un’ulteriore limitazione sulle materie oggetto di partecipazione sindacale come l’orario e l’organizzazione del lavoro.
In buona sostanza queste materie cosi importanti per le lavoratrici ed i lavoratori per coniugare i tempi di vita e di lavoro verrebbero sottratte alla negoziazione integrativa e territoriale e lasciate nella gestione unilaterale dei Direttori degli Uffici.
Che considerati gli ambiti assolutamente indefiniti e generici previsti dalla bozza creeranno notevoli differenziazioni tra le diverse realtà e non offriranno alcuna garanzia di reale rispetto dei diritti.
Anche su questo, quindi, un notevole arretramento rispetto ai contratti vigenti, con buona pace di chi all’indomani del 30 novembre 2016 aveva strombazzato non solo di avere ottenuto il rinnovo dei contratti (falso), ma che aveva anche conquistato il superamento delle norme volute da Brunetta negli scorsi anni.
Infine, altra perla, non sono previste le specifiche sezioni contrattuali, pur indicate nell’Atto di indirizzo, con il risultato di omogeneizzare al ribasso tutte le attuali situazioni previste dai diversi contratti confluiti nelle Funzioni centrali (Agenzie fiscali, Enti Pubblici non Economici, Enti ex art, 70 e Ministeri).
Insomma, dopo nove anni con questo “contratto” non ci riconoscono quanto perso in questi anni in termini di potere di acquisto, non viene affrontato il problema delle professionalità e della necessità di un loro riconoscimento, vengono recepite e “contrattualizzate” le peggiori nefandezze contro i diritti e la dignità dei lavoratori, vengono azzerate le diverse specificità che in questi anni erano comunque emerse nelle diverse Amministrazioni.
Un contratto a perdere che ove firmato così com’è costituirebbe anche un incredibile precedente per gli anni a venire.
L’Aran e i soliti noti stanno preparando un blitz per i giorni immediatamente antecedenti le feste natalizie, in cui l’attenzione è fatalmente minore e possono passare con più facilità messaggi più generici e rassicuranti in merito all’avvenuto rinnovo contrattuale.
Faremo di tutto per impedire che avvenga questo scempio, e ove ciò avvenisse, non esiteremo a denunciare puntualmente e con decisione chi ancora una volta ha tradito chi dovrebbe rappresentare.
L’UFFICIO STAMPA
Clicca sull'immagine per aprire il file in formato PDF