Roma, 4 giugno – “Un primo passo è stato compiuto. Il nostro reclamo al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa contro le violazioni della Carta sociale europea commesse dal governo è stato dichiarato ammissibile.
Un segnale importante che, a questo punto, ci auguriamo sia colto dal nuovo esecutivo per ristabilire un principio sacrosanto quale quello della libertà sindacale”.
E’ quanto afferma il segretario generale della Confederazione generale sindacale – Cgs, Rino Di Meglio, dopo aver ricevuto riscontro positivo sull’ammissibilità del ricorso contro la normativa italiana in base alla quale i sindacati che non sottoscrivono i contratti collettivi nazionali di lavoro sono esclusi da tutti gli altri livelli di contrattazione.
“Si tratta di un buon viatico che ci incoraggia nella nostra battaglia contro questa disposizione di legge, prevista dai contratti del pubblico impiego con apposite clausole, in palese contrasto con quanto sancito dall’articolo 39 della Costituzione e con l’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che tutela le libertà di riunione e di associazione in cui rientrano anche le libertà sindacali.
Non è accettabile, infatti – conclude Di Meglio – che un sindacato contrario a un contratto di lavoro, e che di conseguenza decida di non sottoscriverlo, venga escluso per tale ragione dalle sequenze contrattuali e da tutti i livelli di contrattazione.
Di fronte a un simile vulnus, noi non arretriamo ma al contempo ci aspettiamo che il governo intervenga al più presto per sanare una così palese incostituzionalità della normativa italiana.
Il rischio, altrimenti, è che migliaia di cittadini non vengano rappresentati nelle loro istanze da quelle sigle sindacali che in maniera irragionevole saranno escluse dalla contrattazione”.
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