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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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28 giugno 2024

GLI ESPERTI RISPONDONO

TRATTENUTA DEL 2,5 PER CENTO AI FINI DELLA BUONUSCITA: LO STATO DEL’ARTE, LA POSIZIONE DELLA FLP E I CICLICI RICORSI

TRATTENUTA DEL 2,5 PER CENTO AI FINI DELLA BUONUSCITA
LO STATO DEL’ARTE, LA POSIZIONE DELLA FLP E I CICLICI RICORSI

Consigliamo di valutare bene la situazione e, soprattutto
le condizioni dei ricorsi proposti e dopo… auguri a tutti!

L’importanza di essere informati correttamente

In questi giorni, come ormai avviene ciclicamente, sono state recapitate sulla posta elettronica di molti lavoratori pubblici e-mail che propagandano ricorsi per far recuperare agli assunti dopo il 2000 l’indebita trattenuta del 2,5 per cento ai fini della buonuscita.

Molti lavoratori ci hanno contattato per sapere qual è lo stato dell’arte su questa questione che si trascina dal 2012, anno in cui la Corte Costituzionale ha ritenuto illegittimo il prelievo del 2,5 per cento a titolo di TFR in quanto a carico del datore di lavoro e cosa ha fatto la FLP al riguardo.

Riepiloghiamo quindi tutta la vicenda: della sentenza della Corte Costituzionale 223/2012 abbiamo già detto; all’indomani di questa il Governo si affrettò a ripristinare il regime di TFS (più favorevole) per i lavoratori assunti fino al 2000; è però rimasta in sospeso la questione riguardante i lavoratori assunti dopo il 2000, che sono in regime di TFR e continuano a subire la trattenuta, a nostro parere indebitamente. Ma per chiarire questo non bastano le buone intenzioni o le convinzioni sindacali.

La FLP avrebbe tranquillamente potuto avviare ricorsi massivi. Ma non è fare iscritti in questo modo che ci interessa e abbiamo ritenuto troppo rischioso per i lavoratori avviare ricorsi massivi perché sussisteva il fondato pericolo che, in caso di sconfitta, questi fossero condannati anche a pagare le spese di soccombenza.

La FLP ha quindi scelto un’altra via: consigliare a tutti i lavoratori di produrre istanze interruttive della prescrizione quinquennale e avviare in numerosi tribunali italiani ricorsi “pilota”, totalmente a nostro carico, affinché si creasse una giurisprudenza di merito che costringesse le amministrazioni a pagare senza ulteriori ricorso estendendo i giudicati.

Ad oggi possiamo dire: meno male che abbiamo fatto questa scelta e non abbiamo trascinato i lavoratori a produrre ricorsi in massa: infatti, a differenza di ciò che immaginavamo, le cause intentate sia da noi che da altri sindacati hanno avuto alterne fortune. In molti casi i giudici hanno dato ragione ai lavoratori, in altrettanti casi hanno dato loro torto.    

Noi continuiamo ad essere convinti che i lavoratori abbiano diritto alla restituzione dei soldi che a nostro parere stanno versando indebitamente ma, come dicevamo, la convinzione non basta ed è ormai chiaro che solo lo stabilizzarsi della giurisprudenza, almeno d’appello, potrà portare decisioni più ponderate al riguardo.

Questo non vuol dire che un lavoratore non possa decidere di tentare la sorte e fare un ricorso, sperando che il Tribunale competente non gli dia torto e lo condanni a pagare le spese di soccombenza.

Dal canto nostro, la FLP ripropone la presentazione di un modello interruttivo della prescrizione  e consiglia di attendere la definizione dei ricorsi pilota da noi proposti prima di intraprendere qualunque azione che può portare frutti positivi ma anche spese…impreviste di soccombenza.

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