Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva due decreti legislativi che danno attuazione alla riforma della Pubblica Amministrazione (L.124/2015).
I due provvedimenti legislativi, promossi dalla Ministra Maria Anna Madìa, intervengono fornendo gli strumenti attuativi su due importanti filoni della riforma: l’organizzazione e la gestione delle risorse umane e il sistema di valutazione delle performance delle amministrazioni.
Sul primo fronte le nuove norme introducono, innanzitutto, il “Piano triennale dei fabbisogni”. Si tratta di uno strumento di programmazione e monitoraggio del fabbisogno di personale nella pubblica amministrazione che ha l’obiettivo di superare il criterio della dotazione organica nelle politiche di assunzione. Fermi restando i limiti di spesa, dunque, la PA disporrà di uno strumento maggiormente flessibile nel determinare i fabbisogni e quindi nel procedere con le relative assunzioni, anche nel quadro di un nuovo sistema di rilevazione delle competenze del personale e di implementazione di un sistema informativo nazionale che governi la programmazione delle assunzioni. Sempre in tema di gestione delle risorse umane, il decreto legislativo prevede misure di responsabilizzazione disciplinare dei dipendenti e strumenti per rendere rapida e certa nei tempi la sanzione disciplinare. Novità anche in merito alle procedure concorsuali, che potranno essere svolte anche a livello centralizzato o aggregato e nei cui meccanismi di valutazione troveranno adeguato spazio la competenza linguistica in lingua inglese e i titoli di ricerca accademici, così pure come la pregressa esperienza nel campo svolta presso le pubbliche amministrazioni attraverso rapporti di lavoro flessibile (al netto di incarichi aventi natura politica) e, in ogni caso, garantendo un adeguato accesso anche dall’esterno.
Disciplinato inoltre il regime giuridico delle nuove assunzioni, per le quali sarà vietato il rapporto di collaborazione e verranno introdotti meccanismi per il superamento del precariato e del lavoro flessibile con specifiche indicazioni riguardo alla stabilizzazione a tempo indeterminato dei rapporti di lavoro in essere che presentino certi requisiti.
Le funzioni di sorveglianza medico legale, e i relativi interventi ispettivi, verranno posti in capo all’INPS, così come vi sarà una particolare attenzione alla collocazione lavorativa delle persone con disabilità, attraverso un attento monitoraggio della Consulta nazionale e l’obbligo, per le amministrazioni con più di 200 dipendenti, della nomina di un responsabile dei processi di inserimento.
SI stabiliscono, inoltre, dei limiti al campo di competenza della contrattazione decentrata, a fini perequativi a livello territoriale e di valorizzazione del merito.
Sul fronte della valutazione delle performance delle amministrazioni pubbliche, poi, il secondo decreto legislativo introduce un sistema in cui gli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) assumono un ruolo rafforzato nell’attività di rilevamento, anche attraverso procedure ispettive e accesso ai sistemi informativi e documentali, delle performance delle pubbliche amministrazioni e conseguente segnalazione di interventi correttivi, laddove i risultati prodotti dalle amministrazioni si discostino dalla programmazione.
I meccanismi di valutazione delle performance dovranno prevedere diversi livelli di osservazione; dagli obiettivi generali (rispetto alle politiche nazionali) a quelli specifici della singola amministrazione, che a loro volta dovranno essere declinati (e valutati separatamente) in performance dell’amministrazione nel suo complesso, delle sue articolazioni, delle sue aree di responsabilità fino ad una valutazione di performance del singolo dipendente o gruppo di dipendenti.
Accanto al nuovo sistema di valutazione viene previsto un adeguato sistema di assegnazione delle risorse di risultato direttamente correlato ai risultati raggiunti, la cui definizione viene posta in capo alla contrattazione collettiva.
Maggiore attenzione anche alla valutazione delle performance dei dirigenti e all’allineamento del Piano di valutazione della Performance con i cicli economico-finanziari delle amministrazioni.
Sempre in tema di valutazione, infine viene riconosciuto il peso della valutazione di qualità effettuata dai cittadini, attraverso sistemi di rilevamento della soddisfazione rispetto ai servizi ottenuti.
Il tweet a caldo della Ministra Madìa: “Oggi in CdM abbiamo completato riforma del lavoro pubblico. Adesso atto di indirizzo e nuovo contratto”.
Nel frattempo è al varo del Consiglio dei Ministri anche un altro importante provvedimento che potrebbe dare risposta a molti dei precari della pubblica amministrazione. Si sta infatti discutendo in merito ad un decreto con cui si aprirebbe la possibilità di un piano straordinario di assunzioni per il triennio 2018-2010 in grado di stabilizzare molti dei rapporti di lavoro precari.
Il testo prevederebbe la possibilità di assunzione a tempo indeterminato del personale che negli ultimi otto anni ne abbia prestati almeno tre di servizio presso l’amministrazione di riferimento attraverso rapporti a tempo determinato. Così come le amministrazioni potrebbero bandire, nello stesso triennio, concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato di personale che, pur garantendo comunque un adeguato accesso dall’esterno, abbiano all’attivo tre anni anche non continuativi di lavoro presso l’amministrazione negli ultimi otto.
Il provvedimento, qualora varato, riguarderebbe solo il personale non dirigente, con, in ogni caso, molte esclusioni: non potrà rientrare nel piano straordinario il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, alle Istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli enti pubblici di ricerca e per il reclutamento del personale medico, tecnico-professionale e infermieristico del Servizio sanitario nazionale.
Per far fronte al Piano, le amministrazioni interessate potranno sforare i limiti di spesa per le assunzioni di personale a tempo indeterminato, qualora si dimostrabile la sostenibilità a regime della relativa spesa.
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