Il sottosegretario al Lavoro Durigon: “Sono possibili correzioni”. Ma Anaao-Assomed non ci sta: “Per fermare la protesta ritirare la norma e investire più risorse su Ssn e personale”
Non si spegne la polemica sul taglio dei periodi contributivi per la pensione del personale sanitario. Dopo l’annuncio da parte dei medici di Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed del possibile sciopero, oggi è il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, a tentare di correre ai ripari. Ai microfondi di 24 Mattina su Radio 24, infatti, non esclude il ricorso al maxiemendamento per eventuali correttivi alla manovra: “La norma inserita spinge i medici e andare in pensione subito – ha detto il membro dell’esecutivo – C’è la possibilità di correggerla, non ci saranno emendamenti, ma come Governo possiamo, in qualche modo ed a saldi invariati, cercare di gestire questa situazione. Se c’è la necessità per correggere alcune cose faremo un maxi-emendamento. Come sempre accade se c’è qualche cosa da cambiare”.
Il tentativo di metterci una pezza da parte di Durigon, però, non sembra sufficiente a calmare gli animi tra i camici bianchi. Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao-Assomed, ad esempio, non retrocede di un millimetro e parlando con Adnkronos Salute è netto: il ritiro dello stato di agitazione già proclamato e dell’annunciato sciopero dei medici del Servizio sanitario e dei dirigenti sanitari, “è possibile solo a fronte di un riconoscimento economico per i professionisti e del ritiro delle ‘norme killer’ sul taglio delle pensioni. Senza questi due elementi non torneremo indietro”. Che tradotto significa appunto che “il maxiemendamento non può prescindere da un ulteriore finanziamento anche per il personale medico in ordinario, risorse necessarie – conclude Di Silverio – che noi non vediamo”.
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