Scritto da Nicola Colapinto
Il Documento di Economia e Finanza prevede altri 2,8 miliardi di euro da stanziare per il pubblico impiego, settore statale e non statale, per arrivare ad un aumento contrattuale medio di 85 euro con i rinnovi 2016-2018.
Il Governo conferma nel DEF lo stanziamento di 2,8 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti di oltre 3,3 milioni di dipendenti pubblici, atteso da sette anni. Lo stanziamento dovrebbe essere sufficiente a dare piena attuazione all’intesa raggiunta lo scorso dicembre con la parte sindacale che prevedeva l’erogazione di un aumento contrattuale medio di 85 euro con i rinnovi 2016-2018. La logica, si legge nel DEF, sarà quella della piramide rovesciata cioè con l’obiettivo di valorizzare chi ha più sofferto della crisi.
Al momento, le risorse disponibili, dopo l’iniezione di fondi messa a punto con la legge di Bilancio 2017, consentono di attribuire, si spiega nelle bozza del Def, un beneficio medio di circa 35,9 euro mensili. Per centrare gli 85 euro di incremento stabiliti nell’intesa preliminare tra Governo e sindacati occorrono, si calcola, 1,6 miliardi di euro per il pubblico impiego del settore “Stato”, una posta da inserire nella prossima legge di Bilancio. Il Governo troverà anche una soluzione giuridica per non penalizzare i lavoratori che oggi percepiscono il bonus di 80 euro e che rischiano di perderlo con l’incremento salariale. Sono circa 200mila i dipendenti pubblici che si trovano in tale condizione.
Intanto previsioni alla mano, il rapporto deficit-pil, dopo il 2,4% del 2016, dovrebbe attestarsi al 2,1% nel 2017; 1,2% nel 2018; 0,2% nel 2019 e 0% nel 2020. Il debito pubblico, secondo il quadro programmatico, dopo il 132,6% dello scorso anno, scenderà leggermente al 132,5% del pil quest’anno; al 131% nel 2018; al 128,2% nel 2019 e al 125,7% nel 2020. Il saldo primario sarà all’1,7% quest’anno; salirà al 2,5% nel 2018 e poi ancora in rialzo al 3,5% nel 2019 e 3,8% nel 2020. I proventi dalle privatizzazioni saranno pari allo 0,3% del pil ogni anno dal 2017 al 2020.
Quanto al quadro tendenziale: il deficit-pil sarà al 2,3% quest’anno, all’1,3% nel 2018, allo 0,6% nel 2019 e allo 0,5% nel 2020. Il debito pubblico sempre secondo il quadro tendenziale, si dovrebbe attestare al 132,7% nel 2017; al 131,5% nel 2018; al 129,3% nel 2019 e al 127,2% nel 2020. Quanto al pil, dopo lo 0,9% del 2016, salirà all’1,1% nel 2017 per poi calare lievemente a +1% nel 2018, e segnare ancora +1% nel 2019 e tornare a 1,1% nel 2020. Il 2018 e 2019 risentono della correzione, ma un percorso di rientro meno stringente permetterebbe una revisione al rialzo delle stime di crescita per il prossimo biennio.
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