Il neo ministro: “Smart working strumento che funziona”. Ora necessario muoversi dalla logica del controllo a quella della verifica del risultato.
26 Ottobre 2022 10:57
“Durante la pandemia il numero di lavoratori in smart working è passato da 500mila a 5 milioni, è uno strumento che può funzionare e rinunciarvi significherebbe dire che la Pubblica amministrazione è diversa” dalle altre realtà lavorative. Lo spiega a Radio 24 Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione
Un deciso cambio di paradigma rispetto alla gestione Brunetta, che aveva più volte stigmatizzato il ricorso al lavoro agile. L’ex ministro, che ha lasciato Forza Italia dopo la del governo Draghi, ha sempre manifestato una certa insofferenza per il lavoro da remoto, che considera una sorta di luogo perditempo per i dipendenti pubblici. Ma si sa, il lavoro pubblico ha da sempre problemi con la solerzia e le performance, anche in ufficio, anche in presenza.
Dal controllo al risultato
Per Zangrllo lo smart working è invece un’opportunità, a patto che si cambi la prospettiva da cui lo si osserva. Ha dichiarato di “voler capire con quali modalità possiamo usare questo strumento”. “Ma se il sindacato rivendica lo smart working” come possibilità operativa, spiega, deve anche accettare che così “si passa da un logica di controllo a una di verifica dei risultati“.
A breve “incontrerò i sindacati e mi prendo l’impegno a lavorare sui contratti” ma nella Pubblica amministrazione “dobbiamo essere capaci di misurare il risultato: non penso che il sindacato sia contrario a premiare il merito”, ha detto ancora Zangrillo aggiungendo che “non devono esserci tabù: bisogna abituare la P.A. ad avere responsabilità sui risultati”. “Dobbiamo dimostrare di riuscire a valorizzare le persone: la P.A., come ogni amministrazione, deve puntare a valorizzare il proprio capitale umano” ha spiegato il ministro precisando che al lavoro fatto dal predecessore Brunetta “ora dobbiamo aggiungere velocità”.
Gli elogi a Brunetta
Zangrillo ha tuttavia vouto riconoscere diversi meriti al suo predecessore. “C’è da salvare tutto quello che ha fatto Brunetta”, aggiunge Zangrillo: l’ex ministro, afferma, “ha avviato una profonda riforma della pubblica amministrazione che contiene tutto quello che serve per far diventare la pubblica amministrazione uno dei motori dello sviluppo del nostro Paese. Quindi – ha proseguito – modernizzazione che significa digitalizzazione della pubblica amministrazione, semplificazione, quindi la possibilità di presentarci ai nostri clienti che sono i cittadini e le imprese avendo la possibilità che ci vivano non come un intralcio ma come un’opportunità”.
“Lavorerò sull’orgoglio di appartenenza. Sono dispiaciuto quando sento parlare di fannulloni o di persone che stanno a scaldare la sedia. Ho incontrato i dirigenti, ho trovato persone appassionate e di grande professionalità”. Alla domanda su cosa ci sia da aggiungere al lavoro del ministro Brunetta Zangrillo ha risposto “la velocità e l’essere virtuosi nel far accadere le cose. Il vero riscontro si ha – ha detto – se poi i nostri utenti riconoscono il lavoro. Dobbiamo essere capaci di misurare i risultati”.