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GLI ESPERTI RISPONDONO

“Non c’è solo il Covid, anche l’influenza è un pericolo”

L’appello Siprec a vaccinarsi. Il presidente Volpe: “Ogni anno, in Italia, provoca tra i 5mila e i 15mila morti che sono evitabili”

Da anni è nota la correlazione tra il picco stagionale dell’influenza e l’aumento di incidenza di una serie di patologie cardiovascolari, in particolare l’infarto, ma anche ictus e ricoveri per scompenso. Ecco perché vaccinarsi contro l’influenza può salvare la vita.

E gli studi dimostrano che il vantaggio della protezione contro gli eventi cardio-vascolari offerto della vaccinazione antinfluenzale aumenta con l’aumentare dell’età. Per questo è così importante che gli over-65 (e i ‘fragili’, cioè le persone affette da malattie croniche come il diabete) si vaccinino contro l’influenza, oltre che contro il Covid.

“L’epidemia influenzale nell’emisfero australe – ricorda il professor Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare) – quest’anno è stata particolarmente aggressiva, sia come numero di casi, che come gravità. Questo fa prevedere che anche da noi la stagione 2022-23 sarà impegnativa. Per questo come Siprec, rinnoviamo l’appello alla vaccinazione. Non c’è solo il Covid. Anche l’influenza può uccidere”.

“La vaccinazione – aggiunge il professor Massimo Andreoni, ordinario di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma – raggiunge la massima efficacia nei soggetti poco immunocompetenti ed è noto che l’anziano per il fenomeno dell’immuno-senescenza, cioè dell’invecchiamento del sistema immunitario, è più fragile e prono alle infezioni”. Un fattore di difesa importantissimo contro le infezioni virali, come Sars-Cov-2 e influenza, è il sistema dell’interferon e questo risente in modo particolare dell’immuno-senescenza. “Gli anziani – spiega il professor Andreoni – sono dunque più indifesi contro l’attacco dei virus e devono avere una schedula vaccinale ‘su misura’, diversa da quella dei giovani. Sono necessari cicli ripetuti di richiamo più ravvicinati (come nel caso del vaccino anti-Covid, ogni 3-4 mesi), dosi dell’antigene vaccinale più alte (vaccino ad alte dosi), vaccini adiuvati”.

L’influenza – ricorda Volpe – ogni anno provoca 5mila-15mila morti in Italia, che possono sembrare pochi se confrontati con quelli causati dal Covid-19, ma non lo sono affatto. Prima di tutto, si tratta di morti evitabili; inoltre, questi decessi si verificano nell’arco dei 3-4 mesi di circolazione del virus influenzale, quindi in un lasso di tempo molto contenuto”. “Che il vaccino anti-Covid stia funzionando lo dimostrano i numeri – ricorda Andreoni – siamo passati dai 120.000 morti in eccesso nel 2020, ai 60.000 morti nel 2021, ai 17.000 decessi per Covid nei primi 6 mesi del 2022. Non ci stancheremo mai dunque di invitare la popolazione, in particolare i fragili e gli anziani, a vaccinarsi, anche contemporaneamente, sia contro il Covid che contro l’influenza“.

“È necessario dunque – sottolinea il presidente Siprec – continuare a fare informazione sull’importanza delle vaccinazioni, anche sul classico vaccino antinfluenzale, finito un po’ nel dimenticatoio negli ultimi anni, perché messo in ombra dalla minaccia del Covid. È molto preoccupante il calo delle vaccinazioni antinfluenzali al quale stiamo assistendo, che è dovuto sia ad una certa ‘stanchezza’ delle vaccinazioni, ma anche al grande classico della ‘elegia’ dell’influenza, cioè all’idea che questa malattia significhi farsi tre giorni a letto e di riposarsi. Non è così purtroppo; l’influenza può complicarsi in modo grave nell`anziano e nei fragili, per questo non va sottovalutata”.

“Non esistono vaccini per malattie banali – conclude infine Andreoni -. Il solo fatto che esista il vaccino per una certa malattia, dovrebbe far riflettere sulla potenziale gravità della stessa. Quella che ci attende sarà una stagione complicata.
L’anno scorso è stata la paura di essere ‘scambiato’ per un caso di Covid ad aver motivato il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale. Quest’anno, ci auguriamo che l’aumentata consapevolezza dei rischi comportati da entrambi i virus, quello influenzale e il Sars-CoV-2, induca a lasciare da parte le ‘esitazioni’ e a vaccinarsi contro entrambi. Anche insieme”.

FONTE: NURSIND SANITA’
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