Via libera a un ordine del giorno unitario che chiede tempi celeri per l’approvazione, finanziamenti adeguati e il Registro dei tumori. Sileri: “Avrà un approccio globale e intersettoriale”
di NS
Approvare quanto prima il Piano oncologico nazionale, finanziarlo adeguatamente in legge di Bilancio assicurando anche un adeguato stanziamento di organico, facendo comunque attenzione a garantire la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. E poi prevedere finanziamenti per le reti oncologiche regionali attraverso i fondi del Pnrr, completare l’istituzione del Registro nazionale del tumori e della rete dei registri regionali, valorizzare il ruolo degli Irccs (gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ndr) e dei centri di eccellenza. Non ultimo, lavorare per la riduzione delle liste di attesa, per la promozione della continuità assistenziale e per l’eliminazione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure. Più attenzione, infine, al ruolo della prevenzione primaria.
Si tratta di alcuni dei 36 punti su cui il Senato ha impegnato oggi il Governo, con l’approvazione quasi all’unanimità di un ordine del giorno unitario sul Piano oncologico nazionale, che supera così un altro importante step verso la sua definizione.
In Italia ogni giorno sono diagnosticati circa mille tumori; il cancro è la seconda causa di mortalità nei Paesi dell’Unione europea dopo le malattie cardiovascolari e l’Organizzazione mondiale per la Sanità stima che, senza un’azione decisa, il numero di casi aumenterà quasi del 25 per cento entro il 2035, facendo del cancro la prima causa di morte nell’Ue. Inoltre, la pandemia da Covid 19 ha avuto gravi ripercussioni sulle cure oncologiche, in quanto ha comportato l’interruzione dei trattamenti e ritardi nelle diagnosi.
Per questo già lo scorso anno il Senato aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegnava il Governo sull’adozione del piano oncologico nazionale, mentre la Camera più recentemente (il 15 giugno scorso) aveva dato il via libera a una mozione unitaria . Oggi il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, dando parere favorevole ai 36 impegni, ha ricordato che il Piano oncologico nazionale, valido per il quinquennio 2022-2027, “è stato trasmesso il 14 giugno al Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, ai fini dell’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni” e che “il Dipartimento ha indetto per il prossimo 8 luglio una riunione tecnica, onde acquisire eventuali osservazioni da parte delle Regioni”.
In attesa dunque del prossimo step atteso per venerdì, Sileri ha spiegato che il Piano riprende le proposte e gli obiettivi delineati nel Piano europeo di lotta contro il Cancro ed è sviluppato “secondo un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico, compreso il miglioramento delle cure e la prevenzione delle recidive, e ponendo l’attenzione sulla centralità del malato e sulla riduzione o eliminazione delle disuguaglianze nell’accesso agli interventi di prevenzione e cura”.
In particolare, ha ricordato il sottosegretario, nel documento sono state affrontate tematiche relative all’epidemiologia (registri dei tumori e sistemi informativi sul cancro), a ricerca e innovazione (sia relativamente alla diagnosi e caratterizzazione molecolare con finalità prognostica e terapeutica, che alle terapie vaccinali, terapie cellulari e geniche, alle nuove tecnologie nella radioterapia di precisione), nonché la digitalizzazione in oncologia e il rinnovo tecnologico delle attrezzature.
Con l’ordine del giorno unitario di oggi continua il pressing del Parlamento sull’esecutivo perché, come spiega la presidente della commissione Sanità e senatrice di Italia viva, Annamaria Parente, attivare in fretta il piano oncologico “è necessario: gli effetti indiretti che il Covid ha avuto sulle patologie oncologiche sono gravi, con numeri in caduta libera degli screening e delle cure preventive o ai primi sintomi. La situazione paradossale è che ci sono notevoli progressi scientifici e ritardi però nell’impiego delle stesse, insieme ad un aumento intollerabile delle liste di attesa, all’assenza del diritto all’oblio, alla mancanza ancora di importanti decreti attuativi”.
Se il piano fosse già stato in vigore, sottolinea invece Mariolina Castellone, capogruppo M5s a Palazzo Madama, “con questo strumento avremmo potuto avere un quadro più chiaro di quale fosse l’incidenza di un determinato tipo di tumore e quali screening offrire ai cittadini che vivono nelle diverse aree del Paese. Oggi abbiamo a disposizione i 209 miliardi del Pnrr per riformare l’assistenza sanitaria per i malati oncologici seguendo due direttrici principali: la digitalizzazione, intesa come l’offerta di migliori servizi ai cittadini, e il rafforzamento della rete territoriale, pilastro delle cure di prossimità e della prevenzione”.
Dall’opposizione anche Fratelli d’Italia, attraverso il senatore Nicola Calandrini, mette fretta al Governo, che “deve dire quali e quante risorse intende stanziare per rendere il piano efficace. Il Pon è un buon progetto ma senza tempi di attuazione, senza programmazione e senza risorse rischia di essere un esercizio filosofico insufficiente per i cittadini che hanno bisogno di sapere che lo Stato è al loro fianco nella lotta alla malattia”.
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