Un contratto che recuperi il divario retributivo con il resto del pubblico impiego, tuteli la libertà di insegnamento, impedisca incursioni improprie da parte del Governo e sburocratizzi la scuola. A chiederlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della FGU-Gilda degli Insegnanti, nel suo intervento all’incontro con cui oggi pomeriggio si è aperto all’Aran il tavolo per il rinnovo contrattuale.
In merito alla parte economica, riferendosi all’entità degli aumenti stipendiali, Di Meglio ha sottolineato che negli anni sono stati fatti passi indietro invece che avanti: “Applicando la logica degli incrementi definiti in percentuale, chi aveva retribuzioni maggiori ha percepito di più in busta paga e chi aveva retribuzioni più basse è diventato ancora più povero. Adesso la forbice tra chi lavora nel comparto istruzione e gli altri dipendenti pubblici – ha affermato Di Meglio – è diventata abissale e inaccettabile. E la scarsità di risorse a disposizione, purtroppo, non promette nulla di buono”.
Sul fronte delle relazioni sindacali, per il coordinatore nazionale della FGU-Gilda è indispensabile un chiarimento “perché è prioritario stabilire con chiarezza gli ambiti di contrattazione e porre un freno alle invasioni di campo del legislatore. In tal senso, è esemplare – ha ricordato Di Meglio – la sentenza emessa dal Consiglio di Stato lo scorso marzo sulla card del docente con cui viene ribadito che la formazione è materia di contrattazione”.
Per il leader della FGU-Gilda, è di fondamentale importanza nel contratto tutelare la libertà di insegnamento “che incide anche sulla libertà di formazione e sulla questione delle sanzioni, perché è inconcepibile che nella scuola i procedimenti disciplinari siano gestiti da un’unica figura, quella del dirigente scolastico, che svolge la funzione di inquirente e giudice ed è contemporaneamente parte in causa. Anche i docenti hanno diritto a un giudice terzo e nel contratto questo principio deve essere pienamente attuato”.
Una battaglia che per la FGU-Gilda va assolutamente portata avanti attraverso la contrattazione è quella contro la burocratizzazione del sistema di istruzione: “Non è possibile assegnare sempre più incombenze burocratiche agli insegnanti, erodendo energie e tempo alla funzione docente, e dilatare a dismisura i tempi di lavoro. Occorre, perciò, rivedere, per esempio, il diritto alla disconnessione che è stato sì sancito dal precedente contratto, ma che non ha mai trovato applicazione pratica”.
Roma, 17 maggio 2022
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