Relativamente al contratto comparto sanità 2019-2021, come anzitempo previsto da NurSind, i tempi di chiusura della contrattazione sono lunghi e potrebbero protrarsi fino al primo semestre del 2022.
La lentezza con cui la contrattazione sta procedendo sta penalizzando gli infermieri, soprattutto dal punto di vista economico.
In sede di Legge di Bilancio 2021, sono stati stanziati 335 milioni di euro per l’indennità di specificità infermieristica, la cui erogazione è stata legata al rinnovo del contratto 2019-2021, e ad oggi, a 20 mesi dall’inizio della pandemia e a quasi un anno dallo stanziamento economico, si continua a chiedere agli infermieri, senza interruzione di continuità, di sopperire alle carenze d’organico e di espletare turni straordinari per il recupero delle prestazioni, senza ristoro.
All’indennità infermieristica, si aggiunge l’indennità destinata al personale sanitario del pronto soccorso, prevista dalla Legge di stabilità 2022 che, come recita l’articolo 101 di quest’ultima, sarà corrisposta solo alla firma del contratto collettivo nazionale.
Intanto NurSind, fallita la conciliazione dopo la dichiarazione dello stato di agitazione, annuncia a breve uno sciopero, qualora l’emendamento nel quale si prevede che l’indennità specifica infermieristica venga erogata direttamente dalla legge, svincolandola dalla stipula del contratto di comparto, non dovesse passare.
Dichiara a tal proposito Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind: “Se l’emendamento non passerà sarà dichiarato lo sciopero. Anche la pazienza ha un limite. Gli infermieri, che il Covid non l’hanno visto in tv, ma lo hanno affrontato a stretto contatto con le migliaia di persone che non ce l’hanno fatta, chiedono un segnale concreto di vicinanza da parte delle istituzioni”.
Maria Luisa Asta
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