Quasi pronti i nuovi standard per le nuove strutture territoriali previste dal Pnrr che oltre alle Case della Comunità prevedono le Usca, gli Ospedali di comunità e le Centrali operative territoriali. Per i medici di famiglia si va verso un modello ad ore, mentre per infermieri e personale amministrativo e tecnico di supporto vi sarà la dipendenza. In manovra prevista la possibilità di allentare i tetti di spesa fino a 1 mld nel 2026.
09 DIC – Ogni medico di famiglia dovrà andare a lavorare per 2 ore a settimana nelle Case della Comunità. Inoltre per le 1.350 strutture Hub (circa 1 ogni 40-50 mila abitanti) il fabbisogno di infermieri di famiglia è stimato in 20-30 mila unità e serviranno poi circa 10.000 unità di personale amministrativo e tecnico per far marciare la macchina e deburocratizzare il lavoro del personale sanitario.
E poi ad ogni Casa della Comunità afferiranno 10-15 studi dei medici di famiglia.
Sono questi gli standard che entreranno nella riforma dell’assistenza territoriale su cui sta lavorando Agenas e che il suo direttore generale Domenico Mantoan ha messo nero su bianco in alcune slide presentate recentemente al Forum Risk Management.
Il documento finale è ormai quasi pronto e presto potrebbe essere inviato alle Regioni anche per dar loro modo di accendere i motori della riforma e iniziare nella stesura dei piani la cui dead line ultima è fissata per la fine di maggio del 2022.
Ma se il Pnrr prevede 2 mld per la costruzione delle strutture, per il personale aggiuntivo, che servirà per il funzionamento delle Case della Comunità, nella Manovra è stata predisposta una norma che allenta i vincoli di spesa e che consentirà nuove assunzioni e anche il pagamento delle ore aggiuntive per i Mmg per cui sembra quindi tramontare (per ora) l’ipotesi della dipendenza.
Oltre il tetto di spesa la Manovra autorizza la spesa massima di 90,9 milioni per l’anno 2022, 150,1 milioni per l’anno 2023, 328,3 milioni per l’anno 2024, 591,5 milioni per l’anno 2025 e 1.015,3 milioni a decorrere dall’anno 2026 a valere sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale.
Secondo le stime della Legge di Bilancio le risorse serviranno per il pagamento delle ore in più ai mmg, per assumere 5.400 infermieri di famiglia e 4.050 unità di personale di supporto aggiuntivo per le Case della Comunità, in modo da coprirne l’intero fabbisogno. Il costo stimato al 2026 per il personale aggiuntivo è di 685 mln.
Inoltre, le risorse che le Regioni potranno spendere oltre il tetto di spesa serviranno anche per assumere il personale delle Usca (costo stimato al 2026 in 101 mln), delle Centrali operative territoriali (costo stimato al 2026 in 23,4 mln) e dell’Ospedale della Comunità (costo stimato al 2026 in 205 mln).
Ma ecco gli standard di personale.
Per le Case di Comunità si prevede uno standard che va dagli 8 ai 12 infermieri di famiglia per struttura (circa 20-30 mila unità di personale). Previsti poi dai 5 agli 8 tra personale amministrativo e tecnico (fino a 10 mila unità) mentre per i medici di famiglia viene previsto che essi dovranno garantire la loro presenza per 2 ore a settimana. E poi vi saranno 10-15 ambulatori di medici di famiglia collegati alla Casa della Comunità.
Per quanto riguarda invece le Centrali operative territoriali (1 ogni 100mila abitanti) lo standard di personale sarà di 5-6 infermieri e 1-2 unità di personale di supporto.
Lo standard per le Usca (ce ne dovrà essere una ogni 100 mila abitanti) è di un medico e un infermiere. In totale serviranno quindi 600 medici e 600 infermieri.
Infine gli Ospedali di Comunità (ce ne dovrà essere 1 ogni 50.000 – 100.000 abitanti, dotato di 20 posti letto) serviranno 9 Infermieri, 1 Coordinatore Infermieristico, 6 Operatori Sociosanitari, almeno 1-2 unità di Personale di Supporto (Sanitario e Amministrativo) e un Medico per almeno 4,5 ore al giorno 7 giorni su 7.
Luciano Fassari
09 dicembre 2021
FONTE: QUOTIDIANO SANITA’ (LINK: https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=100744)
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