Parla il farmacologo Silvio Garattini, presidente del Mario Negri Irccs: “I dati da Israele e Usa sono rassicuranti perché i vaccini sono ben tollerati”. Sulle terze dosi “sarebbe stato meglio rilanciare il green pass per tempo togliendo i tamponi”
Con la quarta ondata che sta piegando l’Europa e si fa sentire anche in Italia, il Governo è alle prese con due sfide importanti. Innanzitutto, spingere l’acceleratore sulle terze dosi. Ma per farlo occorre mettersi al sicuro sul fronte delle scorte nei frigoriferi delle Regioni (ne sono rimaste 3 milioni di Moderna e solo 2 di Pfizer). Ma l’altro scoglio importante riguarda la vaccinazione degli under 12. Una partita più delicata e tutta da giocare. Le dosi pediatriche di Pfizer sono attese già nella prossima settimana. Tuttavia su questo fronte bisognerà superare dubbi e resistenze dei genitori. Nursind Sanità ne ha parlato con Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs.
Presidente Garattini, Ema e Aifa hanno dato il via libera alle dosi pediatriche di Pfizer. Il vaccino anti Covid per gli under 12 è in arrivo in Italia, ma i genitori si fanno molte domande. E’ davvero necessario immunizzare i più piccoli o si sta correndo troppo?
Occorre vaccinare tutti se vogliamo evitare che i contagi si moltiplichino. Poiché non si possono vaccinare tutti nello stesso tempo la priorità deve essere per gli adulti, poi per chi ha più di 12 anni e infine per chi ne ha meno. Il Governo dopo le indicazioni favorevoli di Aifa ha autorizzato queste vaccinazioni a partire dal 16 dicembre.
Il professor Crisanti predica prudenza e sostiene che bisognerebbe attendere i dati di Israele e Stati Uniti che hanno iniziato già a vaccinare. Dall’altro lato i pediatri lanciano l’allarme su forme severe di Covid nei più piccoli. Lei cosa pensa?
I dati da Israele e Stati Uniti sono rassicuranti perché i vaccini sono ben tollerati. Vi sono anche osservazioni sulla diminuzione dell’età in cui il virus manifesta aggressività, il che depone per l’utilità della vaccinazione.
Parliamo degli effetti avversi. I casi di miocardite negli under 12 sembrano essere inferiori a quelli rilevati negli adolescenti. E’ giusto fare questo parallelo?
E’ ancora presto per avere dati sicuri, ma anche negli adolescenti si tratta di effetti relativamente rari e di breve durata.
Intanto, si procede con le terze dosi. Guardando all’impennata di contagi fuori dai confini e all’aumento dei casi anche in Italia, bisognava muoversi prima?
Sarebbe stato meglio rilanciare il green pass per tempo, togliendo i tamponi che non rappresentano una protezione ma una fotografia del momento. Dopo un anno dalla disponibilità dei vaccini non è più accettabile correre rischi perché una minoranza rifiuta il vaccino.
Già si parla di richiami annuali contro il Covid, lei immagina una prosecuzione della campagna di massa oppure è plausibile che il virus diventi endemico e in tal caso vada gestito come una semplice influenza?
Nessuno lo sa per certo. Si possono fare delle ipotesi. Mantenere una visione pessimistica aiuta a preparare soluzioni adeguate. Bisogna vaccinare tutto il mondo se vogliamo essere tranquilli. Si parla molto, ma si fa poco.
Il Natale è alle porte. Le chiedo una previsione: le raccomandazioni e gli strumenti messi in campo dal Governo, a cominciare dal Green pass rafforzato, sono sufficienti a metterci in sicurezza o dopo le vacanze l’obbligo vaccinale diventerà la strada obbligata?
È difficile fare previsioni. Rimane importante mantenere le regole di sicurezza: utilizzare le mascherine, evitare gli assembramenti e non dimenticare le regole igieniche. Dopo le vacanze sarebbe bene, come ho detto, agire sul green pass.