Il 2 settembre è ripresa la trattativa in ARAN per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali.
Il Presidente dell’Aran, nel prendere atto delle modifiche normative intervenute con la conversione in legge del DL 80, ha auspicato un’accelerazione del confronto fissando 3 riunioni nel corrente mese.
Come FLP abbiamo confermato la disponibilità a proseguire con ritmi serrati il negoziato, convinti come siamo che sia necessario dare al personale del comparto, al più presto, il nuovo CCNL, considerato che siamo giunti quasi al termine della sua vigenza.
Ma permangono numerose criticità sulle risorse economiche complessivamente stanziate, sul trattamento dell’istituto della malattia e delle visite mediche, sul sistema di partecipazione e delle relazioni sindacali.
Così come è inaccettabile la mancata predisposizione del Decreto per ripartire tra le Amministrazioni del comparto i 70 milioni di euro già stanziati per la perequazione delle indennità di amministrazione e che è per noi propedeutico all’utilizzo e alla ripartizione in sede contrattuale dei benefici economici.
Tutti aspetti sui quali continueremo a insistere per rimuovere gli ostacoli ancora frapposti e migliorare le proposte iniziali presentate dall’Aran.
Per la FLP le questioni chiave che vanno affrontate in sede negoziale nelle prossime riunioni, unitamente a quelle sopra evidenziate, sono legate a come ricondurre nel contratto le modifiche normative intervenute sull’ordinamento professionale, sul superamento dei tetti dei Fondi risorse decentrate delle Amministrazioni e la regolamentazione del lavoro agile a regime.
In particolare sul nuovo ordinamento va definito un nuovo quadro complessivo, organico e chiaro, che individui le nuove Aree e le relative declaratorie, le modalità di inquadramento all’interno delle stesse in sede di primo inquadramento, i criteri di accesso a regime, dall’interno e dall’esterno, le dinamiche professionali e di carriera all’interno e tra le aree con i relativi requisiti, procedure e forme di finanziamento.
Dovranno essere definite con chiarezza le modalità di superamento dei tetti predeterminati dei Fondi di Amministrazione, mediante il pieno utilizzo delle risorse già nella disponibilità delle Amministrazioni e non utilizzate, o rinvenienti da attività svolte conto terzi, da economie di gestione o da cessazioni dal servizio.
Sul lavoro agile va riaffermata la centralità di questa modalità di lavoro che non solo è uno strumento importante di conciliazione vita lavoro, ma anche una opportunità per migliorare l’organizzazione del lavoro, la qualità dei processi e dell’interazione con i cittadini e gli utenti, fattore di modernizzazione e di miglioramento dell’azione delle nostre Amministrazioni.
Dovranno essere garantiti i diritti alla disconnessione, formazione, dotazioni infrastrutturali, la pari dignità lavorativa, senza alcuna discriminazione professionale o economica rispetto al lavoro in presenza.
Questa potrà essere la migliore risposta a chi, come il Ministro Brunetta, pensa di intervenire sulla materia, nel pieno del confronto negoziale, con nuove norme in contrasto con lo stesso Atto di indirizzo, che vorrebbero riportare indietro di decenni il lavoro pubblico e le innovazioni organizzative e procedurali.
Abbiamo contribuito in questi mesi, con la nostra iniziativa, a modificare aspetti che impedivano alla radice di affrontare positivamente molte delle questioni aperte (a partire dal nuovo ordinamento professionale e al riconoscimento del diritto alla carriera), permettendo così dopo anni di poterle affrontare in sede negoziale.
Non intendiamo quindi proprio ora mollare la presa e, tantomeno, cambiare registro.
Roberto Cefalo
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