Anche l’anno scolastico 2021/22 si presenta incerto e problematico sia per i docenti precari che per l’intero sistema di istruzione. Infatti, come facilmente prevedibile, dei 112.000 posti messi a disposizione per le nomine in ruolo, soltanto la metà, cioè circa 58.000, sono state le cattedre effettivamente assegnate.
Sempre meglio dello scorso anno, quando appena il 25% dei posti fu assegnato a ruolo, ma si tratta comunque di un numero di nomine sufficiente a coprire poco più del turnover, il che significa che anche quest’anno ci ritroveremo ad avere in cattedra decine di migliaia di docenti precari.
Oltre a ciò, ancora una volta, lo scenario normativo relativo al reclutamento dei docenti ha subìto diverse modifiche che, invece di semplificare il processo di stabilizzazione, rischiano di generare solo aspettative associate a disagi umani e professionali con il risultato di rendere ancor più complicato e cervellotico il percorso richiesto per entrare nel mondo della scuola dalla porta principale.
Non è necessario sprecare tante parole, basta un elenco delle procedure concorsuali in atto per rendersene conto:
- Ci sono le GAE (Graduatorie ad Esaurimento) che sono l’unico punto fermo degli ultimi 15 anni
- Le Graduatorie di Merito del concorso 2016 che sono state più volte prorogate
- Le Graduatorie di Merito del concorso straordinario del 2018 che hanno visto la partecipazione dei docenti abilitati mediante TFA, da distinguere da quelli abilitati mediante PAS
- Gli elenchi aggiuntivi contenenti i vincitori del concorso 2016 che hanno volontariamente deciso di inserirsi in coda alle graduatorie di una regione diversa rispetto a quella in cui avevano superato le prove concorsuali
- Le graduatorie del concorso straordinario 2020 (solo scuola secondaria). In teoria dovevano già essere pronte da un bel po’ e avrebbero dovuto prevedere un passaggio successivo consistente in una prova orale a conferma dell’immissione in ruolo, ma per poter accelerare i tempi, è rimasta in piedi la sola prova scritta. Malgrado ciò, in diverse regioni stanno ancora aspettando la pubblicazione delle graduatorie con gravi ripercussioni nei confronti degli aspiranti vincitori.
- Le graduatorie del concorso ordinario delle materie STEM (matematica, fisica, informatica e scienze matematiche) le cui procedure, anche queste modificate in corso d’opera, avrebbero dovuto concludersi in tempo utile per l’inizio dell’anno scolastico. Ma in pratica sono molte le regioni in cui ciò non è avvenuto.
- Le graduatorie del concorso ordinario per le altre classi di concorso e per la scuola infanzia/primaria sono ancora in alto mare in quanto si prevede l’avvio delle prove solo in autunno inoltrato.
- Le graduatorie di I fascia delle GPS sono già pronte e saranno utilizzate per nominare a tempo determinato colleghi che hanno almeno 3 anni di servizio in una scuola statale (per i posti comuni) o che siano semplicemente specializzati per i posti di sostegno con possibile conferma in ruolo previo superamento di una prova orale.
- Un ulteriore concorso straordinario da bandire su tutti quei posti, fatti salvi gli accantonamenti, che residuano dallo scorrimento di tutte le altre graduatorie. Questo concorso è riservato a chi, anche senza abilitazione, negli ultimi 5 anni ne può vantare 3 di servizio (almeno uno specifico) in una scuola statale.
Forse sarebbe il caso, invece, di procedere a colpi di interventi straordinari, di semplificare un po’ queste procedura prevedendo una formazione iniziale per tutti coloro che entrano nel mondo della scuola e un percorso lineare che possa portare alla stabilizzazione dei docenti sulla base di criteri disciplinari e professionali da dimostrare lungo un periodo di prova al termine del quale si possa raggiungere l’agognata stabilizzazione.
Antonio Antonazzo
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