Il ministro Speranza in audizione alla Camera spiega come verranno investiti i 20 miliardi dedicati alla sanità
di Pa. Al.
Da un lato le risorse, i 20 miliardi del Pnrr, destinate a due macroambiti – assistenza di prossimità e telemedicina e poi formazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria – e dall’altro la riforma di riorganizzazione della rete territoriale. Il ministro della Salute Roberto Speranza traccia davanti alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale alla Camera le tappe della sfida che attende la sanità italiana. “In questa nuova fase dell’epidemia dobbiamo provare a trasformare la crisi in opportunità” e cioè “chiudere la stagione di tagli e aprire quella degli investimenti”, ha detto il ministro. Non senza porre l’accento sulla collaborazione con le Regioni “con cui c’è un coordinamento costante”, ma anche con i comuni che hanno un ruolo rilevante per le politiche di welfare.
Come verranno spesi quindi i 20 miliardi previsti dal Pnrr sulla sanità? “Ben quattro li mettiamo sull’assistenza domiciliare con l’obiettivo che la casa diventi il primo luogo cura. Il paradosso dell’Italia di oggi – ha spiegato Speranza – è che noi siamo uno dei Paesi con il maggior numero di anziani a livello mondiale e europeo, grazie anche al nostro Servizio sanitario nazionale, alla qualità della vita e delle cure”, con un’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. “Nonostante ciò, fino a un anno fa avevamo dei dati di copertura di assistenza domiciliare per le persone sopra i 65 anni molto molto bassa” e cioè “al 4 per cento, due punti sotto la media Ocse”. L’obiettivo “è diventare il primo Paese d’Europa per assistenza domiciliare sui territori con una cifra che sia superiore al 10%”.
Un’altra voce centrale di investimento sarà sulle case di comunità: “Investiremo 2 miliardi”. L’obiettivo è 1.350 presidi sul territorio per “una prima assistenza e una primissima risposta sia di carattere sociale che sanitaria”. L’idea è di creare luoghi “mutliprofessionali” dove valutare il livello di complessità del problema e l’indirizzo da assumere. Un altro miliardo sarà destinato “agli ospedali di comunità a gestione infermieristica, incaricati per gestire le cure intermedie”.
Ma a questi investimenti si aggiunge anche una riforma. Dopo la riorganizzazione della rete ospedaliera con il Dm 70, infatti, l’obiettivo è la riorganizzazione di quella territoriale. D’intesa con le Regioni, come ha rimarcato Speranza: “Stiamo lavorando per costruire il Dm71. Ma con una differenza fondamentale” rispetto al precedente. “Lo Stato allora aveva indicato standard che prevedevano una riduzione dei presidi, in quest’operazione invece avviene l’opposto. Noi chiederemo un aumento dell’assistenza domiciliare, delle case di comunità”.
Vale inoltre un miliardo il progetto “per mettere a sistema la rete di monitoraggio sanitario dell’Iss con quella ambientale dell’Ispra, immettiamo risorse e facciamo una riforma per far dialogare questi due sistemi che oggi non hanno interconnessione”.
C’è poi l’ambito della ricerca e dell’ammodernamento tecnologico e digitale. Quattro miliardi di euro saranno destinati alla strumentazione, a “modernizzare le attrezzature dei nostri presidi sanitari ad alta complessità che abbiano più di 5 anni”. Ci sono quindi 3 miliardi per l’edilizia sanitaria: “In collaborazione con le regioni proveremo a fare un intervento che abbia l’obiettivo di mettere in sicurezza tutti gli edifici sanitari che sono in zona sismica e hanno bisogno di copertura”.
Al potenziamento del fascicolo sanitario elettronico andrà 1,67 miliardi, un investimento “che ci auguriamo faccia fare un salto definitivo a questo strumento”, una mole di dati che può consentire un’operazione di analisi e costruzione di modelli predittivi “che possono farci capire tendenze e fare previsioni”.
Due miliardi infine sono dedicati alla formazione del personale, tra borse di studio per i medici di medicina generale “di cui c’è un forte bisogno” e borse di specializzazione dei medici per ulteriori 4200 contratti in più. Una parte delle risorse infine sarà impiegata “per fare un investimento forte sulla formazione continua in particolare sulle competenze manageriali e digitali”.