“Il tempo delle chiacchiere è scaduto, a settembre si parte con lo stato di agitazione e le iniziative di mobilitazione di tutta la categoria”. La chiamata alle armi è arrivata da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, nel corso dell’assemblea online che si è svolta il 9 giugno per denunciare i gravi ritardi accumulati finora su tutti i fronti, dall’avvio del prossimo anno scolastico con tutti i docenti necessari in cattedra all’apertura del tavolo per il rinnovo contrattuale.
L’iniziativa è stata l’occasione per ribadire la contrarietà della Gilda al Patto per la Scuola: “La nostra decisione di non sottoscriverlo – ha rivendicato Di Meglio – è stata dettata dall’assoluta vacuità di quel documento che fin dal primo momento abbiamo definito come un elenco di buone intenzioni non sostenuto da alcun impegno concreto. Accettarlo, considerate anche le premesse non favorevoli contenute nella legge di Bilancio, sarebbe equivalso a firmare una sorta di cambiale in bianco. E i fatti ci hanno dato ragione, come dimostrano gli articoli del Decreto Sostegni Bis riguardanti la scuola che sono in palese contraddizione con quanto stabilito nel Patto”.
“Purtroppo i provvedimenti volti a ridurre il precariato sono insufficienti per aprire nel migliore dei modi il prossimo anno scolastico. Nessuna buona notizia – ha rincarato la dose il coordinatore nazionale – anche sul fronte contrattuale dove non è stato fatto neanche il minimo passo avanti con l’atto di indirizzo. Al momento, abbiamo soltanto quello generale dell’ex ministra Azzolina in cui si fa riferimento al cosiddetto middle management, ovvero le solite chiacchiere sulla carriera dei docenti che stonano sonoramente con la mancanza delle risorse necessarie per recuperare almeno l’inflazione. E a fronte di stipendi al palo ormai da anni, ha quasi il sapore di una provocazione la richiesta di un aumento di impegni a titolo gratuito da parte degli insegnanti mentre si impiegano fondi per le attività di un Piano Estate che sa già di flop annunciato. Intanto – ha concluso Di Meglio – nessun intervento concreto è stato attuato per la valorizzazione della professione docente e per la riduzione del numero di alunni per classe”.
Ester Trevisan
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