L’articolo 66 della bozza della legge di Bilancio destina “agli infermieri dipendenti dalle aziende e dagli enti del Servizio sanitario nazionale, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale del triennio 2019- 2021 relativa al comparto sanità è definita, nei limiti dell’importo complessivo annuo lordo amministrazione di 335 milioni di euro, una indennità di specificità infermieristica da riconoscere al predetto personale con decorrenza dal 1° gennaio 2021 quale parte del trattamento economico fondamentale”.
L’articolo 66 rispecchia, dunque, quanto richiesto anzitempo da NurSind nella piattaforma contrattuale 2019/2021, ovvero aumentare sensibilmente l’indennità professionale specifica (ad oggi la più bassa tra quelle del comparto).
Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind, ha così commentato la notizia: “Questo è un primo passo in questa direzione (ricordo che il secondo punto delle nostre richieste era proprio un aumento dell’indennità professionale specifica). Ora leggo che altri vorrebbero che questa indennità fosse estesa alle altre professioni sanitarie – evidenzia Bottega – Noi teniamo il punto perché la peculiarità della nostra professione l’abbiamo sempre motivata. Il tutto a tutti non è più di questi tempi perché a reggere l’onda non siamo tutti nella stessa posizione”.
Continua il segretario nazionale: “Ci fa piacere che la nostra proposta sia stata accolta e ringraziamo pubblicamente chi l’ha tradotta in norma di legge. Anche questa è una dimostrazione della serietà di un sindacato che sa dialogare con le forze politiche e non urla ai quattro venti o si pone in conflitto a prescindere. Gli interessi degli infermieri vanno difesi e tutelati e per fare ciò serve convincere chi ci governa del nostro valore – e conclude – La piazza di Montecitorio ha ampiamente dimostrato questo valore e la sua capacità di ascoltare e di proporre, senza minacce e senza insulti, ha dato i suoi frutti. Sosteniamo chi ci sostiene”.
Marialuisa Asta
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