Abbiamo espresso valutazioni critiche sulle misure in materia di lavoro pubblico contenute nel disegno di legge di Bilancio 2021, approvato dal Governo e ora all’esame del Parlamento.
Pertanto, abbiamo richiesto la ripresa del confronto con la Ministra Dadone e interessato le Commissioni parlamentari impegnate nel lavoro di esame del disegno di legge per illustrare le nostre proposte di modifica.
Purtroppo, come era prevedibile, la proclamazione dello sciopero da parte di CGIL, CISL e UIL per il 9 dicembre ha reso questo percorso più accidentato e difficile, dando fiato non solo alle posizioni di chi lo ritiene intempestivo e non motivato, ma anche a tutti quei portatori di specifici interessi, che vogliono approfittare di questo scivolone di una parte del fronte sindacale per rilanciare politiche di smantellamento del lavoro pubblico, ridimensionamento dei diritti, nuove privatizzazioni, mettendo in discussione ruolo, funzione, dignità e professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno dimostrato, ancora una volta, durante questa pandemia, di essere la spina dorsale del Paese.
Non discutiamo il diritto allo sciopero, che rispettiamo ma che non riteniamo opportuno in questo periodo di grave emergenza sanitaria ed economica, per non far mancare neanche per un giorno servizi e prestazioni rese dalle Pubbliche Amministrazioni a cittadini e imprese.
FLP è il sindacato che, oltre a rivendicare il diritto al rinnovo dei contratti, è anche l’unico che con proprie iniziative giurisdizionali ha ottenuto la sentenza 178/2015 della Corte Costituzionale che ha cancellato il reiterato blocco del rinnovo dei contratti pubblici durato oltre 10 anni.
Nessuno più di noi ha le carte in regola per rivendicare con forza il rinnovo dei contratti.
E lo stiamo facendo in questa occasione, sia sollecitando l’Aran all’esame della nostra proposta per un nuovo ordinamento professionale (diritto alla carriera e nuovi profili professionali) e per una moderna organizzazione del lavoro e dei processi, sia incalzando Governo e Parlamento ad adottare le misure legislative necessarie a superare gli attuali vincoli economici e normativi che ci impediscono di andare in tale direzione.
Quattro sono le direttrici delle nostre proposte alla Ministra Dadone e alle Commissioni Parlamentari, che vanno di pari passo con la richiesta di un ulteriore adeguamento delle risorse stanziate per il triennio 2019-2021, che potete leggere in dettaglio nel documento allegato, e di cui riportiamo qui solamente i titoli:
- SUPERAMENTO DEL TETTO MASSIMO PREDEFINITO DEI FONDI RISORSE DECENTRATE;
- SUPERAMENTO DELLA TRANSITORIETA’ DELLA NORMA SUI PASSAGGI TRA LE AREE;
- DELEGIFICAZIONE DELLE MATERIE RELATIVE ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO;
- PIENA ESIGIBILITA’ DELLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA.
Ma vi è anche un orizzonte più ampio.
Le risorse del Recovery Fund, e quelle contenute nella legge di Bilancio, possono e debbono essere l’occasione per un concreto rilancio delle azioni e delle attività delle nostre Amministrazioni, per decenni governate solo dalla logica dei sacrifici e della riduzione dei costi, che hanno portato a situazioni ormai ingestibili in termini di organici e di ricambio generazionale, di riconoscimento delle professionalità e delle carriere, di investimenti tecnologici e infrastrutturali, di digitalizzazione dei processi e di formazione degli addetti.
Pertanto il rinnovo dei contratti di lavoro diventa un pezzo importante nella strategia di rinnovamento e di rilancio economico e sociale del Paese.
Con questa convinzione continueremo a portare le nostre idee e il nostro contributo a tutti i livelli, senza fare sconti a nessuno.
Roberto Cefalo
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