La questione della mancanza di chiarezza dell’art.86 del contratto collettivo, sollevata dal giudice del lavoro di Bologna a seguito del ricorso di una sessantina di lavoratori seguiti dal NurSind, dimostra che la mancata sottoscrizione del CCNL da parte del sindacato era basata su solide motivazioni.
“L’interpretazione ingegnosa assunta dall’azienda ospedaliera di Bologna, per non soddisfare pienamente il diritto all’indennità di turno, dimostra che la formulazione del nuovo contratto collettivo nazionale in oggetto si presta a interpretazioni a danno dei diritti dei lavoratori. Diritti volti al riconoscimento dell’indennità di turno, che erano stati garantiti con il precedente contratto. L’azienda ha posto in atto un’interpretazione che va oltre il dato letterale della norma del CCNL, creando le condizioni per limitare l’erogazione dell’indennità di turno. In estrema sintesi, l’azienda ha sfruttato un CCNL ambiguo e mal formulato per porre in essere modalità organizzative, di calcolo ed interpretazioni limitative, volte a servirsi del personale in turno notturno senza garantirgli ciò che gli spetterebbe, come l’indennità di disagio per i tre turni, di fatto risparmiando sulle spalle del personale”.
È quanto afferma Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del NurSind Bologna, che aggiunge: “L’azienda, conoscendo che quanto avviene lede i diritti dei lavoratori, i quali si ritrovano una decurtazione illegittima rispetto al passato, che mal si concilia con il disaggio reale, non ha agito in alcun modo per trovare una soluzione possibile per eliminare la discriminazione in essere, tenuto conto dell’importanza che riveste la dialisi “serale” nell’erogazione del servizio ai pazienti interessati”.
Non solo. La rappresentante sindacale ci tiene anche a precisare che “di fronte ad una simile discriminazione non si può stare inerti. Se è vero che i lavoratori della dialisi dell’azienda ospedaliera non fanno ininterrottamente i tre turni di 24 ore, è altrettanto veroche hanno un forte disaggio causato da un turno lavorativo che termina all’una di notte.
Una circostanza – conclude Rodigliano – che con il nuovo CCNL (non sottoscritto dalNurSind) non è tutelata esplicitamente lasciando al datore di lavoro la possibilità di agire in modo ingegnoso a danno dei lavoratori, costringendo il giudice del lavoro a chiedere chiarimenti all’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni”.
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