È ripreso a settembre il confronto avviato dalla Ministra Dadone con le Confederazioni del pubblico impiego sul lavoro agile e sulla sua articolazione a regime, già avviato nella riunione telematica dello scorso 6 agosto.
Apprezziamo il metodo e anche la volontà della Ministra di non vedere disperso il patrimonio di esperienze che in questi mesi hanno permesso, pur tra molte difficoltà legate all’emergenza, di verificare le grandi possibilità di innovazione organizzativa, di efficienza e di conciliazione vita lavoro che il lavoro agile può offrire.
Questo sforzo è ancora più importante in una fase come questa, in cui sull’argomento molte Amministrazioni stanno facendo resistenze, usando come scusa le criticità e la rigidità delle modifiche normative dettate dal comma 263 del Decreto Rilancio, nonostante l’andamento della curva del contagio a livello internazionale e anche nazionale consigli ben altro approccio.
La FLP intende dare un forte contributo, proponendo specifiche soluzioni che dovranno da un lato guidare le scelte normative e regolamentari e dall’altro concordare gli aspetti contrattuali legati al rapporto di lavoro che necessariamente dovranno essere rivisti ed aggiornati.
Articolazione dell’orario di lavoro e diritto alla disconnessione, individuazione del luogo di svolgimento della prestazione e condizioni tecnologiche di base per lavorare (pc, connessione, telefono), salario di produttività, permessi e buoni pasto, sono solamente alcune delle fattispecie che vanno regolamentate.
In quest’ambito abbiamo rappresentato alla Ministra l’esigenza che tali questioni, unite al necessario varo del nuovo ordinamento professionale, siano inserite nell’Atto di indirizzo all’Aran che il Governo deve emanare al fine di avviare il percorso per il rinnovo dei contratti scaduti al 31 dicembre 2018.
Il pur importante tema del lavoro agile non deve mettere in secondo piano l’urgenza del rinnovo dei contratti, che costituiscono la naturale cornice dove riconoscere dal punto di vista economico e professionale l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori e dove ridisegnare il futuro delle nostre Amministrazioni.
Infine è necessario fare il punto su tempi e modi di attuazione della norma che dal 15 settembre abroga il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione. L’ottimismo che ha portato frettolosamente il legislatore a dettare i tempi dei rientri in presenza appare, purtroppo, fuori luogo e in contrasto con le misure di sicurezza poste in essere dal Governo per contenere i danni della politica del “liberi tutti”.
Roberto Cefalo
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