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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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GLI ESPERTI RISPONDONO

‘Call veloce’, quando la realtà supera le previsioni più nere

La ministra Azzolina bocciata (anche) in materia di reclutamento. ‘Call veloce’, ovvero quando la realtà supera le più pessimistiche previsioni. Concepito per coprire in tempi rapidi le cattedre libere, puntando sulla disponibilità dei docenti a prestare servizio in una provincia diversa da quella dove sono iscritti in graduatoria, lo strumento messo a punto dal ministero dell’Istruzione si è rivelato un flop. A dimostrarlo sono i dati sulle assunzioni resi noti dagli USR: Calabria 16, Molise, 7, Piemonte 30, Toscana 50, Puglia 26, Friuli 8, Sicilia 10, Campania 25, Lombardia 56, soltanto per citarne alcuni. Tra timori per il Covid e il vincolo quinquennale di permanenza nella scuola di titolarità, sono ben pochi i precari che hanno accettato la sede assegnata con questa procedura. “Anche quest’anno, come avevamo ampiamente previsto, – ha commentato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – il numero di posti vacanti che resteranno scoperti sarà esorbitante, facendo schizzare le supplenze a quota oltre 200.000”. E la situazione non è destinata a migliorare neanche con i concorsi per i quali sono stati banditi circa 70.000 posti nel prossimo triennio, un numero del tutto insufficiente a coprire in maniera strutturale gli organici che, in previsione dei prossimi pensionamenti, nel triennio 2020/23 dovrebbero portare ad una disponibilità di almeno 140-150 mila posti.

È evidente come il sistema di reclutamento non sia in grado di stare al passo con questi grandi numeri che richiederebbero di espletare un concorso ogni mese. Per disporre in tempo utile delle graduatorie da cui attingere per coprire tutte le cattedre e arginare il fenomeno del precariato diventato ormai patologico, è dunque indispensabile snellire le procedure concorsuali. “A tal proposito, – ricorda Di Meglio – siamo ancora in attesa di avviare i tavoli tecnici per l’istituzione di nuovi percorsi abilitanti strutturali previsti dal Decreto Scuola approvato il 6 giugno scorso che, come prevede l’articolo 2 bis, dovrebbe essere avviato entro 60 giorni, ormai scaduti, tramite un decreto ad hoc a firma del Ministro dell’Istruzione”.

Ester Trevisan

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