Intervista a Rino Di Meglio, segretario generale della Confederazione Generale Sindacale e coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams.
A cura di Mara Passafiume.
L’emergenza coronavirus ha trasformato il modo di vivere e di lavorare di ognuno di noi. La fase di lockdown è stata molto pesante per il Paese ma ora, sperando che il peggio sia passato pur non avendone certezza, è tempo di provare ad immaginare la scuola che verrà, sulla base delle indicazioni che gli esperti hanno messo a punto.
Lo facciamo con Rino Di Meglio, segretario generale Cgs e coordinatore nazionale Fgu.
Segretario, si conclude un anno scolastico molto difficile per gli insegnanti e gli studenti, messi alla prova da una grave quanto improvvisa emergenza sanitaria, che ha modificato la quotidianità della vita scolastica.
Il 2020 sarà certamente un anno indimenticabile per tutti noi. Mai, in tempo di pace, la nostra nazione dalla sua nascita ha subito lutti così pesanti, mai le scuole si erano fermate completamente su tutto il territorio nazionale, neppure durante le due guerre mondiali, mai abbiamo dovuto rinunciare alla libertà costituzionale di spostarci liberamente e a quella di tenere riunioni.
Anche i diritti sindacali e quello alla giustizia hanno subito e stanno subendo impensabili limitazioni.
Anche in altri Paesi europei il problema della scuola nell’ambito di questa crisi non è stato semplice da affrontare. Secondo lei, l’emergenza sanitaria rischia di trasformarsi in emergenza educativa?
E’ già un’emergenza educativa: gli alunni dell’anno scolastico 2019/20 hanno perso metà del percorso educativo previsto, solo parzialmente rimediato dallo sforzo, talvolta eroico, compiuto dagli insegnanti con la didattica a distanza. Una didattica emergenziale che non ha potuto raggiungere tutti e comunque non utile per tutti allo stesso modo.
I passaggi alle classi successive sono stati quasi automatici e gli esami tra i cicli semplificati al massimo.
Soprattutto i più deboli potranno non riprendersi da questo ritardo accumulato.
Il Comitato Tecnico Scientifico ha elaborato un documento con le indicazioni per far ripartire in sicurezza il prossimo anno scolastico ma nelle scuole c’è molta preoccupazione. Quali sono le principali criticità?
Le linee guida del CTS sono provvisorie e rimodulabili in base all’evoluzione dell’epidemia, allo stato del tutto imprevedibile.
Le misure proposte sono sostanzialmente igienizzazione dei locali, mascherine e distanziamento di almeno un metro. La misura del distanziamento, quella più importante, ha già tenuto conto delle difficoltà strutturali delle scuole italiane: è una delle più basse d’Europa. In ogni caso irrealizzabile se non a costo di una drastica riduzione delle ore di insegnamento e di turni, nella stragrande maggioranza delle nostre scuole.
Altra misura difficile da realizzare è lo scaglionamento degli ingressi, soprattutto nelle grandi scuole, quelle con più di 70 classi. Non basterebbe la giornata per le entrate e le uscite.
Altro problema di difficile soluzione sono gli assembramenti di genitori e di alunni all’ingresso ed all’uscita delle scuole.
Ulteriore nodo quello dei concorsi, ordinario e straordinario, che ha generato già molte polemiche tra gli insegnanti precari.
L’incapacità dei Governi ad organizzare concorsi scolastici a cadenza regolare ha generato il fenomeno del più mostruoso precariato docente del mondo sviluppato.
Il prossimo anno scolastico sarà inevitabilmente da record negativo.
M.P.
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