La misura figura infatti tra quelle che il Ministero dell’Università e Ricerca ha trasmesso a Palazzo Chigi per inserirla nel Decreto legge con le misure economiche per fronteggiare l’emergenza da Covid-19. “In via di prima applicazione, i candidati della seconda sessione (anno 2019) degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, che abbiano già conseguito il giudizio di idoneità nel corso del tirocinio pratico-valutativo, sono abilitati all’esercizio della professione di medico-chirurgo”, si legge nella bozza.
13 MAR – “Il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia – Classe LM/41 abilita all’esercizio della professione di medico-chirurgo, previa acquisizione del giudizio di idoneità”. È quanto si legge nella bozza Decreto con le misure economiche per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 che Quotidiano Sanità ha potuto visionare.
La proposta arriva direttamente dal Ministero dell’Università e prevede che “per gli studenti che alla data di entrata in vigore del presente decreto risultino già iscritti al predetto Corso di laurea magistrale, resta ferma la facoltà di concludere gli studi, secondo l’ordinamento didattico previgente, con il conseguimento del solo titolo accademico”.
Previsto poi che “i laureati in Medicina e Chirurgia, il cui tirocinio non è svolto all’interno del Corso di studi, si abilitano all’esercizio della professione di medico-chirurgo con il conseguimento della valutazione del tirocinio”.
In via di prima applicazione la misura prevede che “i candidati della seconda sessione – anno 2019 degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, che abbiano già conseguito il giudizio di idoneità nel corso del tirocinio pratico-valutativo, sono abilitati all’esercizio della professione di medico-chirurgo”.
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“La norma proposta – scrive il Ministero nella relazione illustrativa – costituisce una misura necessaria e urgente dettata dalle particolari condizioni di sofferenza del Servizio Sanitario Nazionale e, dunque, dalla necessità di poter disporre quanto prima di medici abilitati, nonché dalle oggettive condizioni di difficoltà con le quali verrebbe svolta la prova di esame di abilitazione – da tenersi in data unica su tutto il territorio nazionale – la quale, non a caso, è già stata oggetto di un rinvio in considerazione dello stato emergenziale in cui versa il paese”.
“Allo stesso tempo – sottolinea il Ministero -, la proposta è finalizzata a superare, a regime, il meccanismo dell’abilitazione all’esercizio professionale per i laureati in medicina e chirurgia attraverso l’esame di Stato, disponendo che il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia – Classe LM/41 abiliti all’esercizio della professione di Medico Chirurgo previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto all’interno del Corso di studi”.
Per il Ministero “l’esame finale di laurea può ricomprendere già quella valutazione circa la capacità all’esercizio della professione di medico, come peraltro è testimoniato dalla bassissima percentuale di bocciati all’esame d’abilitazione”.
Luciano Fassari
FONTE: QUOTIDIANO SANITA’ (LINK: https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=82526)
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