Roma, 9 luglio – Se l’iter parlamentare procederà senza intoppi, finalmente, si potrà colmare una grossa lacuna normativa sulla rappresentanza sindacale. Lo afferma, in una nota, il vicesegretario della Confederazione generale sindacale-Cgs, Andrea Bottega, al termine dell’audizione in commissione Lavoro alla Camera proprio sulle proposte di legge in materia. “Allo stato attuale – spiega il sindacalista -, la questione è regolata, infatti, solo in riferimento al pubblico impiego e, quindi, un intervento legislativo sul settore privato, seppure in ritardo, è un passo importante da compiere”.
Nel corso dell’audizione però la Cgs ha anche insistito su quelli che ritiene gli “aspetti dirimenti per poter arrivare a una legge che rispecchi la Costituzione e che soprattutto sia equa”. “A tutti i sindacati – sottolinea Bottega – deve esser data la possibilità di essere censiti e misurati. Ciò significa, in primis, garantire a ogni organizzazione sindacale la trattenuta della quota associativa in busta paga. A prescindere dalla sottoscrizione o meno dei contratti collettivi. Questo è il faro che deve orientare il lavoro parlamentare. Anche perché si tratta di un perimetro dettato dall’articolo 39 della nostra Carta”. Secondo il sindacalista, “non è più accettabile che ci siano datori di lavoro che si rifiutano di effettuare la trattenuta. Ecco perché l’obbligo va imposto per legge, come già avviene nella pubblica amministrazione, in modo che le deleghe siano consapevolmente rilasciate dal lavoratore al sindacato di riferimento, ponendo così fine all’escamotage di automatismi derivanti magari dalla partecipazione a corsi di formazione svolti da enti para-sindacali. Ma è altrettanto necessario – aggiunge – obbligare l’Inps a fornire i codici per l’attribuzione delle deleghe, superando una volta per tutte l’ostacolo della rappresentanza diretta dentro il Cnel per poterle ottenere”.
C’è un ultimo aspetto, infine, sul quale la Cgs non intende fare sconti e riguarda i parametri per rilevare la rappresentanza: “Non possono che essere numero di iscritti e dato elettorale, come nella legge che regolamenta il pubblico. Inserirne degli altri – avverte il vicesegretario della Confederazione generale sindacale – avrebbe il sapore di una ‘clausola di salvaguardia’ a tutela dei sindacati confederali e cioè una via d’uscita per aggirare la normativa, qualora l’esito delle rilevazioni dovesse per loro rivelarsi sconveniente. Il che suonerebbe come una beffa inaccettabile”.
Ufficio stampa CGS – CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACALE
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