La questione più delicata sembra proprio quella dell’aumento degli stipendi degli statali su cui è stato raggiunto l’accordo con le forze sociali.
Al di là della composizione della nuova squadra di governo e indipendentemente da chi andrà a occupare la casella del Ministero per la Funzione Pubblica, a febbraio arrivano le prime scadenze per il pubblico impiego. L’esecutivo dovrà iniziare a mettere mano ad alcuni provvedimenti di fondamentale importanza. Dovrà infatti fare fronte ai termini in scadenza per il primo via libera alla riforma della pubblica amministrazione, indispensabile per riavviare la macchina dei contratti come previsto dall’intesa siglata con le forze sociali il 30 novembre. In fretta andrebbero preparati i correttivi per i decreti tagli a partecipate, licenziamenti degli assenteisti e nomine in sanità.
La questione più delicata sembra proprio quella dell’aumento degli stipendi degli statali, proprio perché c’è una sentenza dell’Alta Corte a cui dare seguito e in virtù dell’accordo raggiunto con le forze sociali. Il nucleo del provvedimento prevede lo stanziamento di una media di 85 euro che non si cumulerebbero con gli 80 euro, già percepiti dai dipendenti pubblici, per evitare di uscire dalle fasce di reddito entro il quale viene incassato il bonus. Brunetta. L’accordo era anche la base su cui stendere il cosiddetto atto di indirizzo, ovvero l’avvio ufficiale della riapertura della contrattazione. L’atto deve essere firmato dal ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione e inviato all’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nei negoziati.
Tutto è per ora in un fase di stallo e di conseguenza occorre una rinnovata spinta e in tempi molto brevi dal nuovo esecutivo che si sta insediando a Palazzo Chigi. Sempre sul fronte della pubblica amministrazione, a rendere il contesto ancora più complicato ci sono le recenti decisioni dell’Alta Corte sulla stessa riforma della pubblica amministrazione, con i decreti attuativi anti-furbetti e sulle partecipate da conformare alla sentenza della Consulta, oltre ai provvedimenti che ancora mancano, tra cui il Testo Unico del lavoro pubblico che si intreccia al rinnovo dei contratti, il taglio delle prefetture e la revisione dei poteri del premier.
Si va invece verso un tranquillo via libera per il rinnovo nel 2017 del bonus di 80 euro per gli appartenenti a Polizia di Stato; Carabinieri; Guardia di Finanza; Corpo Forestale; Polizia penitenziaria; Vigili del Fuoco; Aeronautica Militare; Esercito Italiano; Marina Militare; Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana; Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana; Corpo Militare dell’Esercito Italiano del Sovrano Militare Ordine di Malta; Capitanerie di Porto.
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