I parlamentari del Movimento stanno lavorando a un insieme di misure per rinnovare il percorso di accesso e le stesse modalità di svolgimento della formazione medica post laurea. Non si pensa però a un provvedimento ad hoc ma a interventi mirati da far approvare quanto prima inserendoli in uno dei provvedimenti già all’esame delle Camere. Basta con le borse e via a veri e propri contratti a tempo determinato e poi accesso ai contratti anche con bandi regionali. La formazione si farà anche fuori dai policlinici universitari
03 MAG – Percorso unico a livello nazionale di formazione-lavoro e contestuale apertura a canali alternativi al concorsone nazionale. A quanto si apprende dovrebbero essere questi i capisaldi di alcune misure per la riforma delle specializzazioni mediche cui starebbe lavorando il Movimento 5 Stelle e che potrebbero essere inserite in alcuni provvedimenti all’attenzione delle Camere (i tre treni più papabili potrebbero essere il Dl Crescita, il Dl Calabria o il Ddl D’Uva su accesso a Medicina).
La proposta di riforma, in ogni caso, a prescindere dal veicolo normativo rappresenta nella sostanza una risposta al disegno di legge (criticato dai pentastellati) della Lega già depositato al Senato sulla materia.
A quanto è dato sapere ad oggi la riforma (su cui è in corso anche un tavolo Miur-Salute-Regioni) prevedrebbe l’introduzione di unico contratto nazionale di formazione-lavoro. In sostanza un vero e proprio contratto a tempo determinato che potrà consentire allo specializzando, previa verifica costante delle competenze acquisite, di progredire step by step nelle responsabilità e poter svolgere, in modo integrativo e non sostitutivo, anche prestazioni assistenziali. Insomma, un modo per tutelare la formazione degli specializzandi da possibili sfruttamenti in salsa manodopera a basso costo e al contempo garantirne anche uno sviluppo della pratica medica non solo dal punto di vista teorico.
Novità in vista anche sulle modalità di accesso alla formazione post laurea, che non vedrebbe più il canale unico del concorso nazionale alle scuole di specializzazioni univesitarie ma anche l’apertura di ulteriori contratti di formazione-lavoro (soprattutto nelle zone carenti) promossi direttamente dalle Regioni in accordo con l’università.
Altra novità quella di normare la possibilità di effettuare il trociono formativo anche nelle strutture non universitarie fermo restando il coordinamento dell’università cui farà sempre capo il tutor e la potestà del Miur a rilasciare i titoli.
Inoltre, si pensa all’introduzione di maggiori controlli sui requisiti e in generale su tutto l’iter formativo per garantire la massima trasparenza. Tra le ipotesi anche quella della certificazione digitalizzata dei processi di accrescimento delle competenze per ogni specializzando.
https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=73635
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