In Italia, le persone affette da handicap non hanno tutte gli stessi diritti, ma quest’ultimi sono condizionati dal lavoro che svolgono.
Parliamo dell’impossibilità, per chi lavora nel comparto sanità, di poter fruire delle 18 ore di permesso della legge 104, frazionandole in ore, senza essere costretti a prendere un’intera giornata.
È una delle tante ingiustizie e delle mostruosità dettate dal Contratto Collettivo Nazionale comparto sanità 2016-2018 che all’articolo 33 comma 1 recita:
- I dipendenti hanno diritto, ove ne ricorrano le condizioni, a fruire dei tre giorni di permesso di cui all’articolo 33, della Legge del 5/02/1992 n.104, tali permessi sono utili ai fini della maturazione delle ferie e della tredicesima mensilità.
Diversamente nel CCNL delle funzioni locali del 21 maggio 2018 e delle funzioni centrali del 12 febbraio 2018, all’articolo 33 comma 1 si legge:
- I dipendenti hanno diritto, ove ne ricorrano le condizioni, a fruire dei tre giorni di permesso di cui all’articolo 33, della Legge del 5/02/1992 n.104, tali permessi sono utili ai fini della maturazione delle ferie e della tredicesima mensilità e, possono essere utilizzati anche ad ore, nel limite massimo delle 18 ore mensili.
L’Aran ha chiarito che l’impossibilità di fruire dei permessi ad ore non è un refuso, ma una precisa volontà delle parti negoziali che hanno ritenuto tale possibilità non compatibile con l’organizzazione delle strutture sanitarie.
Una disparità di trattamento inaccettabile a danno dei dipendenti della pubblica amministrazione che hanno a carico una persona affetta da handicap, più volte evidenziata da NurSind al tavolo contrattuale e rimasta inascoltata.
Marialuisa Asta
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