Il presidente dell’Istituto superiore sanità in audizione in commissione Igiene e Sanità boccia il ddl vaccini. “Sarebbe meglio attendere l’anagrafe vaccinale nazionale e contestualmente preparare un nuovo piano vaccinale strategico”. VIDEO
09 NOV – “In Italia siamo ancora in una fase di compromissione delle coperture vaccinali e per questo ci pare che la rimozione dell’obbligo in questa fase ancora di non sicurezza sia pericoloso”. Così Walter Ricciardi, presidente dell’Iss, durante un’audizione in commissione Sanità del Senato sul ddl Vaccini.
“In Italia – ha evidenziato Ricciardi – , le strategie basate solo sulla comunicazione, l’offerta attiva e il potenziamento dei servizi vaccinali (tutti punti del ddl 770), in mancanza di un obbligo, non hanno dato i risultati sperati: si cita spesso il Veneto come Regione che ha fatto un investimento forte, ma è stata la regione che ha palesato maggiori difficoltà nel raggiungimento della copertura, e oggi ha una serie di ritardi scontabili per questa impostazione, mentre l’obbligo ha dato risultati importanti”.
“Proporre – ha poi precisato riferendosi al cosiddetto ‘obbligo flessibile’ – in caso di emergenza interventi di obbligo locale potrebbe portare confusione, diseguaglianza, scarsa efficienza per mancata omogeneità nazionale, ed è un po’ un concetto in controtendenza in sanità pubblica”.
“Il paragone – ha sottolineato – con le cinture di sicurezza messe quando l’incidente c’è già stato è adatto: il nostro parere è che sarebbe meglio attendere l’anagrafe vaccinale nazionale e contestualmente preparare il nuovo piano vaccinale strategico”.
Ricciardi ha poi rimarcato anche come in Gran Bretagna si stia “pensando a reintrodurre la vaccinazione obbligatoria”.
Nella sua audizione il presidente Iss ha poi ricordato anche come “prima del 1999, i dati di copertura vaccinale italiani erano eclatanti, vicini al 99%, e portati a esempio. Nel ’99, quando il Parlamento abolì la richiesta del certificato vaccinale per l’iscrizione a scuola si è verificato un progressivo abbassamento delle soglie di copertura vaccinale che sono sfociate poi, approssimativamente nel 2013, nell’andare sotto le soglie di sicurezza”.
Inoltre, Ricciardi ha rammentato come “prima della legge sull’obbligo vaccinale circa il 30% dei genitori era esitante; con l’obbligo questa percentuale si è ridotta enormemente, stimiamo che oggi sia intorno al 10%. Il fatto che ci sia l’obbligo ha ”imposto” un dialogo che prima non c’era fra genitori e operatori sanitari: molti genitori che acquisivano informazioni attraverso canali personali o Internet non interloquivano con operatori qualificati. L’obiezione ideologica al vaccino non è più dello 0,2 – 0,3%: in Europa centrale questo deriva dal pensiero di Steiner, in Olanda ci sono delle sette religiose, noi nella Provincia autonoma di Bolzano abbiamo un serio problema di coperture, e se questi ragazzi crescendo si sposteranno incontreranno, purtroppo, dei germi per cui non hanno coperture”.
Nel ricordare l’importanza dell’Anagrafe nazionale Ricciardi ha evidenziato come “alcune Regioni non hanno ancora anagrafi informatizzate, per cui sostanzialmente le valutazioni si fanno ancora sul cartaceo, ma solo alcune hanno superato la soglia del 95%” di copertura vaccinale.
Per quanto riguarda poi il monitoraggio degli eventi avversi il presidente Iss ha rimarcato come “praticamente in tutta Europa abbiamo oggi dei sistemi affidabilissimi” di rilevazione di eventuali effetti avversi dei vaccini. “Non soltanto – ha specificato – segnalano gli effetti realmente avversi, ma anche tutte le preoccupazioni di tutti i cittadini, dicono ”qualunque cosa succeda dopo le vaccinazioni, voi segnalatelo”.
“Alla fine – ha puntualizzato – quando si va a ricostruire se tali effetti avversi, anche gravi, sono effettivamente avvenuti a causa della vaccinazione, le evidenze ci dicono che non è così: è molto importante la rassicurazione, quando spieghi a una mamma preoccupata che questi sono i dati, allora la mamma, generalmente, i figli li vaccina”.
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