Più alte le pensioni a carico della Cassa Sanitari. E’ la fotografia che emerge dall’osservatorio sulle pensioni diffuso oggi dall’Inps. Quasi il 60% dei trattamenti è a carico della Cassa Stato
Cresce il numero delle pensioni erogate nei confronti dei dipendenti pubblici. Il numero delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2018 è pari a 2.864.050, in aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente (2.843.256). È il dato che emerge dall’Osservatorio sulle pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) pubblicato oggi dall’Inps, con i dati sulle prestazioni vigenti al 1° gennaio 2018 e liquidate nel 2017.
L’importo complessivo annuo delle pensioni è di 69.328,8 milioni di euro, con incremento del 2,6% rispetto al 2017 (67.577,3 milioni di euro). Per quanto riguarda la ripartizione per cassa, il 59% delle pensioni è erogato dalla Cassa Trattamenti Pensionistici Statali (CTPS), seguita dalla Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL) con il 37,8%. Le altre casse rappresentano complessivamente poco più del 3% del totale.
Assegno medio di 2mila euro al mese
Con riferimento all’importo complessivo annuo, risulta che il 62,1% è a carico della CTPS (1.959,85 euro), il 31,2% a carico della CPDEL (1.539,40 euro) e il rimanente 6,7% è erogato dalle altre casse, con importi che variano da 1.405,48 euro mensili per la Cassa Pensioni Insegnanti (CPI) a 4.424,17 euro per la Cassa Pensioni Sanitari (CPS). Nel 2017 le pensioni liquidate sono aumentate dell’8,4% rispetto all’anno precedente, passando da 114.833 nel 2016 a 124.464 nel 2017. L’analisi delle pensioni liquidate nel 2017 per cassa evidenzia che la CTPS eroga il 55,4% dei trattamenti pensionistici, con una spesa pari al 56,5% del totale. A seguire la CPDEL, che eroga il 39,8% delle pensioni per un importo annuo pari al 33% del totale. Da notare che la CPS, pur erogando un numero esiguo di pensioni (appena il 4,2% del totale), eroga un importo annuo del 10,1% della spesa complessiva.
Il 58% dei pensionati pubblici è donna
Per quanto riguarda le prestazioni vigenti al 1° gennaio 2018 per categoria e sesso, emerge che il 56,8% delle pensioni sono di anzianità o anticipate, con importi annui pari a 43.573,4 milioni di euro; il 13,4% sono pensioni di vecchiaia per un importo di 11.244,4 milioni di euro; le pensioni di inabilità sono il 7,9% e il restante 21,8% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti di attivo e di pensionato. Il 58,6% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato alle donne. Per quanto riguarda, invece, le pensioni liquidate nel 2017, la categoria delle pensioni di anzianità/anticipate è la più numerosa con il 51,6% del totale e importi complessivi annui di 2.201,6 milioni di euro (65,8% del totale). Le pensioni ai superstiti rappresentano il 30,5% del totale come numero e il 16% come importo. Infine le pensioni di vecchiaia e di inabilità sono rispettivamente circa il 12% e il 6% sia nel numero sia nell’importo.
La distribuzione per area geografica delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2018 mette in evidenza che il maggior numero delle prestazioni è concentrato al Nord (40,9% del totale), seguito dal 36% al Sud e nelle isole e dal 23% al Centro. Esiguo il numero delle pensioni erogate all’estero, pari allo 0,1% del totale. Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono la Lombardia e il Lazio, che erogano rispettivamente l’11,8% e l’11,6% del totale, seguite dalla Campania (9,2%) e dalla Sicilia (8,3%). Le regioni che erogano il minor numero di pensioni sono la Valle d’Aosta (0,2%), il Molise (0,6%) e la Basilicata (1%).
L’età media è di 73,6 anni
L’età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è di 73,6 anni sia per gli uomini che per le donne; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di oltre tre anni tra i due sessi (70,8 per gli uomini e 73,9 per le donne); infine l’età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi, essendo pari 71,3 anni per gli uomini e a 78,6 anni per le donne. Il 17% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 49,8% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 24,5% tra 2.000 e 2.999,99. L’8,8%, infine, ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.
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