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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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GLI ESPERTI RISPONDONO

Tempo vestizione. Nursind Ascoli Piceno: L’ASUR paghi 600.000 euro agli infermieri

600.000 euro circa ancora da liquidare ai 158 infermieri e operatori sanitari dell’ASUR Marche area vs 5.  Sostenuti dalla segreteria NurSind di Ascoli Piceno, hanno  vinto le cause sul tempo vestizione; la prima nel 2015 con sentenza n. 583/2015 presso il Tribunale di Ascoli Piceno, la seconda alla Corte di Appello di Ancona, sentenza n.419/2016. Riconosciuti 10 minuti in entrata e 10 minuti in uscita per il tempo vestizione e gli arretrati del tempo divisa.

Un’attesa di tre anni con  molteplici solleciti ed infine la promessa dall’ASUR Marche area vasta 5,  entro marzo 2018 avrebbe provveduto a restituire gli arretrati spettanti per legge; invece nulla di fatto, la latitanza della Dirigenza Sanitaria ASUR continua.

Per questo motivo la Segreteria NurSind di Ascoli Piceno ha dato mandato al suo legale rappresentante, l’avvocato Dott. C. Ciofani, di intraprendere le procedure atte ad ottenere l’ingiunzione di pagamento  di quanto dovuto in favore dei ricorrenti.

L’avvocato nei giorni scorsi ha inviato una missiva all’ASUR Marche e al Governatore della Regione Marche dai contenuti molto espliciti. Definendo il comportamento assunto dall’ASUR Marche area vasta 5, indifferente e irresponsabile, che ha perfino rifiutato una proposta vantaggiosa avanzata dagli infermieri e sanitari di rinunciare agli interessi ed al 20% delle spettanze a fronte della immediata assunzione dei provvedimenti liquidatori e della rinuncia al ricorso in Cassazione.

Declinare questa offerta sembra veramente irragionevole, “Il tempo vestizione”, grazie ai ricorsi vinti da NurSind anche in Cassazione è entrato a far parte della ipotesi di contratto collettivo in via di approvazione.

La mal gestione del denaro pubblico è evidente, se l’azienda avesse accettato le proposte dei ricorrenti, il risparmio era certo.

Ora è tempo che l’ASUR Marche attui le  iniziative amministrative consequenziali alla emanazione delle citate sentenze,  ed evitare l’avvio per un nuovo giudizio dagli esiti disatrosi per l’ente e per la sanità pubblica regionale.

Mentre la Regione Marche dovrebbe tenere conto della colpevole pessima gestione della vicenda da parte dell’ASUR Marche e assumere autorevoli interventi a sostegno del diritto e della giustizia.

 

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