Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza: “La scuola non può essere un porto franco dove non si applicano le leggi”.
La Gilda Insegnanti interviene sul caso dello studente 15enne che ha aggredito un professore in classe, provocandogli la rottura del naso.
“E’ gravissimo -si legge in una nota- che un cittadino maggiore degli anni 14, quindi penalmente perseguibile, nella sua qualità di studente aggredisca un operatore scolastico (in questo caso un educatore) mandandolo in ospedale, fatto che è avvenuto nei giorni scorsi in un istituto scolastico di Parma, provocando lesioni giudicate guaribili in 15 giorni ad un educatore.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza pretende il rispetto del codice penale e del codice civile: i cittadini che hanno superato gli anni 14 sono penalmente perseguibili, i responsabili dell’Amministrazione scolastica sono tenuti a segnalare questi comportamenti alle competenti autorità giudiziarie, è bene ricordare che qualora ciò non avvenisse sarebbe una grave omissione e non solo la magistratura, ma anche l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna sarebbe chiamato a dover agire contro eventuali omissioni.
La Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, visto che si tratta di un cittadino minorenne, pretende che l’Amministrazione scolastica per il tramite dell’Avvocatura dello Stato di Bologna agisca anche civilmente contro chi è responsabile delle azioni e dei danni compiuti dal soggetto violento, che nel caso di un minore sono i genitori o chi esercita la potestà genitoriale.
Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, a tal proposito afferma: “La scuola non può essere un porto franco dove non si applicano le leggi, in questo caso il Codice Penale ed il Codice Civile” – continua – “quando a sbagliare sono i docenti, giustamente, l’Amministrazione consigliata dall’Avvocatura dello Stato si sforza di essere puntuale ed inflessibile, quando si tratta di altri soggetti che aggrediscono ed offendono docenti o altro personale scolastico riscontriamo una scarsa reattività” – conclude il coordinatore della Gilda degli Insegnanti – “pretendiamo di sapere pubblicamente quali azioni hanno compiuto l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna e l’Avvocatura dello Stato di Bologna, se non ci fossero riscontri il problema oltre ad essere giudiziario è anche politico, è ora di dire basta al buonismo”
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