“Gli infermieri corrono il rischio di avere un contratto peggiorativo rispetto a quello attuale. Per questo sono pronti anche ad uno sciopero nazionale”. A parlare, all’indomani della proclamazione dello stato di agitazione della categoria , è Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind: “solo lo Stato italiano – ha aggiunto – sembra non essere disponibile a riconoscere la nostra professionalità che altrove è apprezzata e riconosciuta”.
25 GEN – Da ieri, il NurSind ha proclamato formalmente lo stato di agitazione del personale del comparto sanità. Gli infermieri hanno chiesto un incontro al ministero del Lavoro per manifestare il disagio della categoria e per cercare una conciliazione per il rinnovo contrattuale.
“Abbiamo intenzione di passare dalle parole ai fatti – ha detto Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind – in quanto gli infermieri italiani sono stanchi di subire aggravi di responsabilità e di carico di lavoro senza vedersi riconosciuto adeguatamente un trattamento economico e normativo contrattuale degno della professionalità acquisita e del percorso di studi effettuato”.
Bottega ha voluto poi evidenziare la reputazione di cui godono all’estero gli infermieri italiani: “solo lo Stato italiano sembra non essere disponibile a riconoscere la professionalità della categoria che altrove è apprezzata e riconosciuta anche a livello economico. Lo deduciamo dal mancato stanziamento di risorse per il contratto del comparto sanità e per il mancato finanziamento della Ria (retribuzione individuale di anzianità) nella legge di Bilancio 2018. Non c’è la volontà, inoltre – aggiunge – di finanziare l’indennità di professione infermieristica di cui chiediamo il ripristino”.
“Abbiamo proclamato lo stato di agitazione della categoria – ha sottolineato il sindacato – perché il Comitato di settore delle regioni per la sanità (i nostri datori di lavoro) sta predisponendo l’atto di indirizzo che dovrebbe rifinanziare per il 2018 il contratto in discussione. Chiediamo che le risorse siano vincolate prioritariamente a lenire i disagi organizzativi degli infermieri (lavoro a turno, rispetto dell’orario europeo di lavoro, valorizzazione dei coordinamenti, adeguamento economico delle indennità, sblocco della mobilità interaziendale) e a valorizzare la professione con un percorso di carriera stabile e non precario”.
Il NurSind non esclude neppure uno sciopero nazionale: “è una prospettiva – ha concluso Bottega – che si fa sempre più realistica dal momento che gli infermieri corrono il rischio di avere un contratto peggiorativo rispetto a quello attuale. Un dissenso che poi passerà dalle corsie alle urne visto che i lavoratori dovranno esprimersi sui finanziamenti decisi dal governo nazionale e regionale e sulle scelte delle organizzazioni sindacali che siedono al tavolo e che ad aprile andranno al rinnovo delle Rsu”.
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=58331
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