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GLI ESPERTI RISPONDONO

Vaccinazioni, le campagne non decollano. E arriva il Giubileo

In Italia attese milioni di persone. Rischi in aumento per fragili e anziani. Icardi (Siti) e Ciccozzi (Campus Bio Medico) a Nursind Sanità: “Tra influenza e Covid, attenzione alle complicanze”. Conseguenze serie anche per il morbillo

La campagna vaccinale anti influenzale è stata avviata ma ancora non decolla. Allo stesso modo, quella contro il Covid-19, raccomandata per anziani e soggetti fragili, non prende piede. In base ai dati del ministero della Salute, le coperture antinfluenzali della stagione 2023/2024 nella popolazione generale (aggiornate al 2 agosto 2024) sono diminuite (18,9%) rispetto alla precedente (20,2%). In particolare, la somministrazione negli anziani è diminuita del 3,4%, portandola al 53,3% rispetto al 56,7%.

Alla base della scarsa adesione, “non c’è mai un’unica risposta”, chiarisce a Nursind SanitàGiancarlo Icardi, coordinatore del Comitato scientifico della Società italiana d’igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). Anche le temperature miti registrate in questa prima parte di autunno non influiscono positivamente sulla campagna. In più “la vaccinazione antinfluenzale storicamente – rammenta il professore – ha coperture che hanno sempre viaggiato fra il 50 e il 60% nella popolazione target”, a parte la parentesi durante la pandemia in cui la partecipazione era maggiore. “L’influenza – evidenzia – non è però una patologia banale. Alcune evidenze mostrano che il soggetto anziano colpito nel mese successivo ha un rischio tre volte superiore di sviluppare una patologia del sistema circolatorio, come l’infarto del miocardio”. A questo proposito, di recente la Siti, insieme alla Siprec, Società italiana di prevenzione cardiovascolare, ha stilato un documento che ha affrontato il tema della vaccinazione antinfluenzale per le persone con malattie cardiovascolari risultate a maggior rischio di complicanze e i vantaggi della profilassi.

Sul fronte Covid-19, per fragili e anziani resta consigliato il vaccino, ma anche in questo caso la vaccinazione è ferma a meno di 160mila dosi somministrate fra settembre e novembre (dati ministero della Salute). Eppure, specie in vista del Giubileo, che attrarrà a Roma e in tutta Italia milioni di persone, l’attenzione verso il vaccino dovrebbe salire, come spiega a Nursind Sanità Massimo Ciccozzi, responsabile di Statistica medica e epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio Medico di Roma. “Le persone stanno attraversando la fase della stanchezza vaccinale senza ricordare che, dopo l’acqua potabile, sono stati i vaccini a salvare più vite nella storia. Il Covid-19 è endemico, non è stagionale. In relazione al Giubileo imminente, dobbiamo premunirci vaccinando, in primis, e poi usando le mascherine nei luoghi affollati e chiusi come metro e musei”.
Le ultime varianti del virus fanno meno paura alla popolazione rispetto al periodo della pandemia, “ma alle persone anziane e fragili possono fare male – rammenta l’esperto –. Il vaccino fa diminuire i sintomi gravi, ma non evita il contagio. L’unica cosa che evita il contagio – sottolinea – è la mascherina”.

Un capitolo a sé lo occupa la diffusione del morbillo. Di recente, l’Istituto superiore di sanità ha rilasciato i dati più aggiornati tramite il bollettino: dal primo gennaio al 31 ottobre del 2024 sono stati notificati in Italia 935 casi, ovvero, 19 ogni milione di abitanti, solo 33 nel mese di ottobre. “L’obbligo di vaccinazione per il morbillo – evidenzia Ciccozzi – è nel periodo scolastico, cioè dopo i 5 anni, ma l’incidenza più alta è fra i 0 e i 4 anni. Altro picco di contagi lo riscontriamo fra i 15 e i 34 anni. Questi ultimi riguardano i fratelli, i papà e le mamme dei più piccoli fra i 0 e i 4 anni. Il morbillo è una malattia seria, specie nei più piccoli in questa fascia d’età, che li mette a rischio anche di morte. È importante quindi vaccinare”. La maggiore incidenza dei casi si registra nei mesi primaverili (da marzo a giugno). “L’incremento, con oltre la metà dei casi del 2024, infatti si è verificato a primavera”, ribadisce Icardi. “La vaccinazione non ha mai raggiunto la copertura del 95% e ciò ha permesso di accumulare delle coorti di soggetti suscettibili perciò quando il virus circola trova condizioni favorevoli per diventare endemico. Su circa mille casi di quest’anno, il 90% non era mai stato vaccinato e il 5% aveva ricevuto solo la prima dose. Il problema è che questo tipo di patologie ha complicanze serie. Sul totale del 2024, il 15% ha avuto come complicanza la epatopatia minore. Altra complicanza è la polmonite virale”.

Di Elisabetta Gramolini

FONTE: NURSIND SANITA
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